L’incubo dei tifosi si sta avverando: il Messina, dopo aver vinto un girone di Serie D da protagonista, è diventata una delle tante del girone C della Lega Pro, col rischio di essere a fine campionato una di quelle che saluteranno la categoria, tornando nei dilettanti.
Ma a cosa si può attribuire la colpa dei mancati successi dei primi sei turni di campionato e, per onore della cronaca, nel secondo turno di Coppa Italia Serie C?
Al contrario dell’FC, l’ACR ha avuto la possibilità economica e soprattutto temporale per costruire e migliorare una rosa che si presentava inadatta alla nuova categoria, per permettere a mister Sullo di intraprendere un campionato più che tranquillo, nella speranza dei playoff o qualcosa in più.
I problemi però non sono mancati, e già dalla prima partita di campionato contro la Paganese in trasferta, si è potuta evincere una clamorosa fragilità difensiva, che la porta ad essere (insieme al Catania, società in piena difficoltà) la difesa più battuta del girone C ed una delle più battute in tutta la Lega Pro.
Lewandowski e soci hanno permesso di portare a casa una sola porta inviolata, subendo gol da Pagani fino all’ultima partita giocata in casa contro il Bari, esclusa la vittoria casalinga contro la Virtus Francavilla, surriscaldando l’ambiente di una piazza che meriterebbe quantomeno di vivere una rinascita calcistica e che spesso non può gioire a pieno di un gol segnato, in quanto già abituata a rimonte.
Quanto altro può ancora sopportare una tifoseria martoriata dalle vicende societarie dell’ultimo decennio prima di implodere definitivamente?
Alessio Caruso
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