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All'ospedale Cutroni Zodda servono requisiti minimi strutturali, di organico e figure specialistiche


Venerdi 28 maggio 2021, sulla rete televisiva locale Telespazio è andata in onda una nuova puntata dell’ Avvocato del diavolo, il programma condotto dall’avv. Giuseppe Sottile dalla regia di Franco Arcoraci. Puntata dal boato risolutivo perché si è ritrattato l’argomento della sanità già affrontato in una precedente puntata per via dell’emergenza sanitaria, accendendo però, questa volta, i riflettori sulla deputazione politica nazionale e regionale , cui si chiede un lavoro che sia effettivo e concreto per la cittadinanza e non divarichi in interessi elettorali come a pensiero del conduttore è avvenuto in particolare nell’anno 2017. La discussione che ha avuto spunto da un articolo in cui si prevede nel mese di giugno l’apertura del Cutroni Zodda, è nel prosieguo andata a commentare l’atto del 14 settembre 2020 con cui al citato ospedale di Barcellona PG era stati stanziati e non pervenuti, complessivi 2 milioni 282 mila euro per la creazione di letti di terapia intensiva, poi scoperti essere stati noleggiati ma mai attivati senza che Barcellona Pozzo di Gotto (Me), abbia mai così avuto alcun letto di terapie intensive e subintensiva . Ospite della serata il dott. Paolo Calabrò vice coordinatore provinciale UIL col. area medica e il Prof. Enzo Correnti presidente del Comitato di difesa Ospedale Barcellona P.G.. Nel corso del dibattito con tutte le perplessità si è giunti ad auspicare nel minor tempo possibile un incontro del Presidente della Regione o di un funzionario regionale con pieni poteri con i medici dell’ospedale fondatori del Comitato quali Torre, Genovese e il presente Calabrò, affinché insieme possano giungere ad un ospedale degno di questo nome anche molto probabilmente con una doppia strutturazione di reparto covid e non covid. “Tutti noi vogliamo che l’ospedale si riapra ” ha comunicato il Dott. Calabrò, perché considerato allo stato attuale inutile sia per i pazienti veri covid che per i pazienti non covid, che soffrono di altre patologie e non possono ancora fare visite, esami e controlli strumentali, ed e per questo importante alla riapertura poter questo avere i requisiti minimi strutturali, di organico e di figure specialistiche essenziali inclusa una nuova tac; ai fatti il covid Hospital (Ospedale media bassa gravità) è allo stato senza pronto soccorso, senza cardiologia, e senza guardia attiva rianimatoria e anche se sulla carta verrebbero riaperti 5 reparti: medicina, chirurgia, pneumologia, psichiatria, riabilitazione, dei 28 posti previsti per i reparti ospedalieri sarebbero soltanto 16. Il dott. Calabrò ha espresso note critiche sulla probabilità di attivare i previsti reparti di urologia e di ortopedia oltre i già previsti di lungodegenza e geriatria per la precaria disponibilità finanziaria destinata alla nuova rete ospedaliera dell’Asp di Messina di appena 237 milioni.

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