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Attività vulcanica etnea: il Comune di Bronte ha chiesto lo stato di calamità



Sono stati continui in questi ultimi due giorni gli aggiornamenti sull’attività vulcanica etnea. Già dal 10 febbraio l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha comunicato la ripresa di una modesta attività esplosiva al Cratere di Sud Est, anche se confinata all'interno del cratere e con discontinue e blande emissioni di cenere. Nella serata di giorno 10 è stato rilevato un modesto trabocco lavico, in direzione Ovest - Sud Ovest e con il verificarsi di tre flussi di materiale piroclastico. I primi due flussi hanno percorso alcune centinaia di metri in direzione della Valle del Bove mentre il terzo si è diretto a sud percorrendo anch'esso alcune centinaia di metri.

Tra gli ultimi aggiornamenti risalenti a ieri 11 febbraio si è registrata la persistenza di una debole e discontinua attività esplosiva intracraterica e il flusso lavico sempre dal Cratere di Sud-Est non più alimentato ed in raffreddamento, con segnalazione di ricadute di materiale piroclastico prodotto dall'attività parossistica sugli abitati nel quadrante Nord Ovest dell'edificio vulcanico (in particolare a Maletto) e fino alla costa tirrenica della Sicilia, a S. Agata di Militello e Capo d'Orlando, con conseguenti piccole emissioni di cenere.

L’ultimo aggiornamento del INGV di ieri mattina ha comunicato che a partire dalle 10:25 UTC si è notata un'anomalia termica localizzata alla base sud orientale del cratere di SE a circa 3000 m s.l.m., e in corrispondenza una modesta quantità di cenere.

Il comune di Bronte sempre ieri ha ​richiesto lo stato di calamità in merito all'evento calamitoso della caduta di cenere vulcanica.

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