Ieri, a Palazzo Piacentini, una delegazione della PBA Palestinian Bar Association (l’Ordine degli Avvocati della Palestina) è giunta in visita a Messina. La rappresentanza, composta da Mohanad Karaja e Thafer Saaide, è stata accolta dal presidente Domenico Santoro e dal delegato ai Diritti Umani, OIAD, FBE e Rapporti internazionali Antonio Cappuccio con i consiglieri, oltre che dalla collega Carmela Maria Cordaro del Circolo ARCI Thomas Sankara e l’interprete accreditata Rana Abu Rub.
La visita si è tenuta a conclusione dell’ordinaria adunanza settimanale del Consiglio dell’Ordine messinese, che già nel luglio dello scorso anno aveva si era reso promotore di un evento formativo intitolato alla “(In)giustizia in Palestina?” e organizzato da Cappuccio in collaborazione con la Cordaro e Carmelo Picciotto di Giuristi Democratici.
Nel corso dell’incontro, il presidente Santoro ha illustrato ai colleghi palestinesi compiti e funzioni del Consiglio, anche in una prospettiva europea ed internazionale, in particolare il ruolo tecnico e sociale dell’avvocatura nell’ordinamento giuridico italiano: «L’Avvocatura messinese ha apprezzato le attività poste in essere dall’Avvocatura palestinese – ha detto Santoro – a tutela e garanzia del diritto di ciascun difensore di sottostare ad una normativa ordinaria e democratica, che consenta ad ogni avvocato di tutelare gli interessi di ogni cittadino. Occorre evitare altresì che la politica possa generare norme straordinarie in violazione dei principi generali, disattendendo il principio di separazione dei poteri e prevaricando l’attività del legislatore ordinario».
Quanto ad una duratura cooperazione, Cappuccio ha detto: «Oggi abbiamo compiuto un primo, importante, passo verso una concreta collaborazione tra i nostri ordini non si tratta di una semplice attestazione di vicinanza, che pure abbiamo sentito di esprimere ai colleghi palestinesi, ma l’avvio di un percorso congiunto di crescita, umana, culturale e professionale, in vista delle future sfide che attendono l’avvocatura italiana, europea ed internazionale».
Ne nascerà un’intesa su formazione professionale e promozione di rapporti internazionali in tema di giustizia, equo processo e riconoscimenti di diritti fondamentali, e ancora scambio di esperienze e buone pratiche per una migliore organizzazione della vita consiliare, formazione professionale con particolare attenzione ai diritti umani. Sono solo alcuni dei punti chiave del gemellaggio. hanno fatto visita ieri a Palazzo Piacentini. Vari saranno gli ambiti: dalla formazione professionale in qualsiasi settore del diritto allo scambio reciproco di conoscenze per assicurare il necessario supporto ai rispettivi Iscritti, affinché gli stessi possano esercitare liberamente la professione forense, anche grazie al coinvolgimento di altri Ordini forensi territoriali e degli Organi nazionali e sovranazionali di rappresentanza dell’avvocatura. Karaja e Saaide, nel ringraziare l’Ordine per l’incontro e l’accoglienza, sono rimasti particolarmente affascinati da Palazzo Piacentini, luogo simbolo di giustizia e presidio per la difesa dei diritti umani.
In foto: il presidente Domenico Santoro con gli avvocati Karaja e Saaide durante la firma del gemellaggio
Comments