Nell’ambito dell’iniziativa “30 Libri in 30 Giorni”, organizzata da BCsicilia in collaborazione con il Comune di Taormina e Maurfix Editore, giovedì 25 marzo 2021 alle ore 17,30, si terrà la presentazione del volume di Cesare Capitti “Città e Periferia. Metamorfosi architettonica e urbanistica”. Dopo l’introduzione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, e i saluti e Mario Bolognari, Sindaco di Taormina, sono previsti gli interventi di Francesca Gullotta, Assessore comunale alla Cultura e di Carmelo Montagna, Architetto, Storico dell’Arte. Sarà presente l’Autore. L’incontro si terrà sulla Piattaforma Google Meet. Link per partecipare all’incontro: https://meet.google.com/dic-hfzr-owk Per informazioni: Email: segreteria@bcsicilia.it – Tel. 346.8241076 Fb: BCsicilia – Tw: BCsicilia.
L’Autore, Cesare Capitti, è stato dirigente ed in ultimo capo servizio del Dipartimento Urbanistica dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, con una esperienza ultradecennale svolta nell’ambito del Consiglio Regionale dell’Urbanistica CRU. Questo’ultimo volume è l’approfondimento di tematiche avviate con alcune riflessioni contenute nei testi “Governo del territorio e dottrina sociale della Chiesa in architettura, urbanistica, ambiente e paesaggio” e “La città della speranza”.
La speculazioni edilizia delle periferie in Italia, non mira alla bellezza estetica per soddisfare i bisogni reali dell’uomo. La creazione di città e quartieri decorosi, armoniosi e di senso è avvenuta a partire dal basso medioevo e fino al 1700, quando i costruttori dei borghi erano artisti, pittori, scultori, maestranze e artigiani che costruivano città e piccoli centri di gradevole aspetto e funzionali alle relazioni commerciali e sociali dei cittadini con, Palazzi, monumenti, fontane, Chiese e Cattedrali che ancora, si possono apprezzare da oltre un millennio. Il XX secolo, ha dato, invece spazi marginali abitati e luoghi di esclusione, i “non luoghi”, periferie urbane e marginalizzazioni umane in cui si consumano drammi umani correlati a reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza.
Nella ricerca mirata costantemente a ritrovare la dimensione della città nell’ambito degli strumenti urbanistici generali, la centralità non è più negli alloggi, ma innanzitutto alle persone e per natura e realtà. Realtà per la quale la «relazione con il prossimo» è componente caratteristica del suo essere e del suo divenire. Si tratta della «relazione che, sul piano orizzontale, va da quella familiare, nella quale si colloca la sua origine, a quella che, per cerchi e intrecci vari, tocca l’orizzonte dell’umanità, e, sul piano verticale, quella con il mondo sovrumano della trascendenza.È proprio questo processo di relazionalità, che parte dall’uomo e mira all’uomo, che vuol mettere in luce l’espressione «città dell’uomo a misura d’uomo».
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