Cure riabilitative per minori, l’anticamera è di anni. Rivolgersi al privato è la logica conseguenza anche per disabilità complesse
- Redazione
- 18 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 ott 2024
A dispetto delle indicazioni del Ministero della salute, che consigliano diagnosi e terapie immediate ed intensive, in Sicilia, come nel sud Italia, le tempistiche per la presa in carico sono lunghissime. Si parla di anni di lista d’attesa che per un bambino rappresentano un bivio tra il recupero e il deficit permanente. L’unica soluzione è rivolgersi al Privato fino a quando nel Pubblico\convenzionato non scorrono i nomi ed arrivano finalmente a quello di tua figlia\o. Ma se il privato è troppo oneroso per te? Molte delle patologie dell’età evolutiva sono conseguenti ad avvenimenti occorsi prima della nascita, durante il parto o nell’immediato post partum, in particolare per i prematuri, ma esistono anche disabilità complesse conseguenti ad eventi traumatici e problematiche legate al manifestarsi di disturbi specifici dell’apprendimento o disturbi dello spettro autistico. Qualunque sia la diagnosi, prima si interviene con le giuste terapie, prima si può permettere ad un bambino già nato con delle fragilità, di affacciarsi al mondo nel miglio modo possibile.
«Si richiede al Ministero della Salute e alle Regioni di garantire, attraverso adeguati investimenti di risorse e la condivisione di modelli organizzativi, la presenza omogenea in tutto il territorio nazionale di un sistema integrato di servizi di Neuropsichiatria Infantile, sia in termini di professionalità che di strutture, territoriali ed ospedaliere»: lo si legge nelle conclusioni dell’indagine conoscitiva sul diritto alla salute dei minori con disabilità, prodotta il 27 giugno 2017 dalla Commissione Parlamentare Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Da allora nulla è cambiato.
“Appena ho ricevuto la diagnosi ho presentato domanda in tutte le strutture presenti nel territorio, parliamo del 2021” mi racconta Daniela di Spadafora al cui figlio è stata diagnosticato un ritardo nello Sviluppo dovuto ad un distress respiratorio alla nascita. Dopo 9 mesi e mille peripezie siamo riusciti ad entrare all’AIAS di Barcellona. Ad aprile di quest’anno mi hanno chiamata dall’SSR di Villafranca perché la lista era arrivata finalmente a mio figlio, solamente 3 anni dopo. Cambiano i nomi e le località delle strutture ma in base ai dati offerti dalle Associazioni del terzo settore, le lungaggini non cambiano. C’è maggior cura nel prendere in carico bambini più piccoli rispetto ai più grandi ma sempre di bambini parliamo. Lo stato di sempre maggiore criticità delle risposte per bambini e adolescenti con disturbi neuropsichici e per le loro famiglie, richiedendo «trattamenti tempestivi e appropriati, preceduti da una diagnosi precoce», che sia «in grado di cambiare il decorso dei disturbi». Da anni viene denunciata una storica insufficienza di investimenti nel settore, necessari per garantire le risorse e la condivisione di modelli organizzativi, la presenza omogenea in tutto il territorio nazionale di un sistema integrato di servizi di Neuropsichiatria Infantile, sia in termini di professionalità che di strutture, territoriali ed ospedaliere. È evidente che per affrontare i problemi delle lungaggini per quanto riguarda la riabilitazione, è solamente una: investire risorse adeguate. L’ideale sarebbe fare uno sforzo elevatissimo nei primi anni di vita, con quella che è stata opportunamente definita una sorta di “aggressione” riabilitativa a tutto campo: psicologica, motoria, nutrizionale e così via, perché proprio in questi primi anni il bambino è estremamente ricettivo.
di Tania Barbato
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