Ennesimo esposto per dire NO al Ponte sullo Stretto
- Maria Salomone
- 11 dic 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Ennesima denuncia dei NO al Ponte sullo Stretto. Sarebbe stata violata la direttiva europea. Gli oppositori segnalano come punti principali «costi raddoppiati» e «mancata gara internazionale» e anche «la posizione dominante di Webuild».
Dopo gli esposti alla Procura della Repubblica di Roma, all’Autorità anti-corruzione e al Tribunale delle Imprese (con la cosiddetta “class action”), adesso anche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l'Agcm). Ad agire, questa volta, Domenico Marino, docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria insieme a Vincenzo Musolino, segretario del Pd di Villa San Giovanni e Aurora Notarianni, avvocata di Messina.
La richiesta all’Agcm ha ad oggetto la valutazione delle procedure che hanno fatto ripartire l’iter di progettazione e di costruzione del Ponte per verificare se siano state violate o rispettate le regole della concorrenza e del mercato. E ancora, se esista o meno il rischio di posizione dominante da parte di Webuild, che detiene la maggioranza delle azioni del Consorzio Eurolink, soggetto aggiudicatore della gara per il “General contractor”.
Gli autori presumono che sia stato violato l’articolo 72 della Direttiva europea in alcuni punti. «Il costo dell'opera più che raddoppiato; la riattivazione del contratto tra la “Stretto di Messina Spa” e “Eurolink” senza procedere a nuova gara internazionale nonostante i costi di realizzazione siano notevolmente superiori al 50% del valore iniziale».
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