Non solo cinema, in questa cinque giorni targata Milazzo e firmata Franco Arcoraci. Tra i tanti artisti presenti, il Maestro Gino Accardo, autentico interprete della musica partenopea nel mondo, accostato a Murolo per le spiccate doti interpretative della canzone classica napoletana. Lo abbiamo intervistato ed ecco quanto ha dichiarato ai nostri microfoni.
All'interno del Festival del Cinema Italiano, edizione 2022, qual è l'ambito in cui il Maestro Accardo si colloca?
In questo Festival, io e tanti artisti e cantanti siamo qui per alleggerire un po' le serate. L'organizzazione ha pensato di accoppiare cantanti e attori e così fare una sorta di spettacolo finale. Questo è l'intento.
Stiamo tutti aspettando la serata di Gala, quella conclusiva del 1° ottobre, ti stai preparando a questo evento?
Sì, e non solo io, ci siamo preparando tutti, cantanti e attori per la serata finale, che poi è il momento clou del Festival, quello che rappresenterà tutto il cinema italiano e, anche, la canzone italiana.
Cambieresti qualcosa del Festival?
Inizierei dicendo che mi sono trovato bene. Cambiare? Beh, bisogna sempre migliorarsi! Quindi l'auspicio mio è di migliorarsi ancora di più perché vuol dire crescere e far sì che il brand divenga molto più incisivo rispetto agli altri.
Quali sono gli obiettivi e i progetti futuri?
Ce n'è uno imminente: domenica 9 ottobre sarò a Roma, al Premio Etrusca, uno dei premi molto ambiti della canzone. Questo mi fa piacere. Un po' più a lunga distanza, poi, c'è una produzione che parte dalla Sicilia. Riprenderemo - da dove abbiamo lasciato - uno spettacolo dal titolo “Quanno è sera” e il produttore sarà proprio Franco Arcoraci (direttore del Festival del Cinema Italiano 2022, ndr). Che poi mi hanno detto che questo spettacolo è stato copiato dai siciliani. Lo spettacolo nasce molti anni fa a tavola, mangiando e bevendo, perché io avevo scritto una canzone dal titolo “Quanno è sera”, che aveva vinto un disco di platino e che avevo dedicato a mio padre che era morto. Franco disse: «È bellissimo questo brano, è un peccato che non lo canti». Io non lo cantavo perché non avevo la forza di cantare, mi emozionava troppo. È stato grazie a questo spettacolo che sono riuscito a cantare il brano, alla fine. Visto che Napoli e la Sicilia hanno un cordone ombelicale molto forte, abbiamo pensato di fare una cosa: trovare un anello di congiunzione. Così abbiamo portato in teatro la canzone napoletana che si fa siciliana. Ti dico alcuni brani, che pochi conoscono: “Fenestra vascia”, per esempio, che in realtà nasce proprio in Sicilia con la nota principale che era una nota minore. Quando è arrivata a Napoli, noi la cantavamo e dicevamo: «È troppo triste, facciamola diventare più vivace!». E abbiamo aggiunto quella nota maggiore ed è stato così che è diventata nostra. “L'u Cardillu” è siciliana, non è napoletana. C'è questo scambio culturale. Non abbiamo fatto altro, è stata una ricerca particolare per portare alla luce questi brani. E la cosa bella qual era? Che una parte la cantavamo in napoletano e una parte in siciliano. La mia partner era Giusy Venuti. Quando cantavamo in piazza c'erano più di 10 mila persone. Con noi c'era Lello Russo, che faceva la parte del Pulcinella e ci inventammo una sorta di benedizione, però laica, di buon augurio a tutti con l'incenso. C'era il divertimento, ma anche un messaggio sociale molto importante, dedicato ai giovani che si sono dimenticati della nostra terra: conoscere da dove veniamo. Se non conosciamo il nostro passato, non possiamo sapere dove possiamo andare. Ora riprendiamo a distanza di 8 anni, durante i quali nel frattempo ci siamo dedicati ad altri progetti».
Il Festival del Cinema Italiano, quest'anno, si è svolto a Milazzo, splendida cornice siciliana in provincia di Messina che ha offerto agli ospiti un panorama mozzafiato sulle isole Eolie. Oltre ai corti e alle proiezioni a cielo aperto, la rassegna cinematografica più attesa dell'autunno 2022, complice lo splendido clima dell'Isola, ha regalato agli ospiti momenti all'insegna dell'arte nelle location scelte per l'occasione dal direttore Franco Arcoraci. E, ancora, bellezze naturali d'incanto e gustosi prodotti tipici locali.
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