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Il ponte di Calderà crollato in concomitanza all'alluvione del 2011 dopo 10 anni non è concluso



La puntata del 22 giugno 2021 dell’Avvocato Del Diavolo, il programma condotto dall’Avv. Giuseppe Sottile della regia di Franco Arcoraci trasmesso sulla rete locale Telespazio, il canale 611 del dgt, ha avuto come ospiti l’ing. Milo Marchetta e Sebastiano Calpone.

Il primo, autodefinendosi di alta moralità ha fatto presente nel corso della puntata di aver denunciato capimafia locali, condannati anche in Cassazione, rappresentando la vicenda personale con la quale si è visto escluso gara di appalto per la costruzione del ponte di Calderà a causa della mancata iscrizione della propria ditta nella whitelist, seppure lo stesso racconta nel provvedimento veniva chiarito dalla Prefettura che a carico dell’amministratore non ricorrevano le condizioni per cui l’imprenditore non potesse partecipare ad una gara d’appalto. L ‘ing. Sebastiano Calpone ha dal suo lato invece, raccontato la vicenda che lo ha visto coinvolto a seguito di una “donazione”, da lui così definita, all’Amministrazione Comunale Barcellonese e alla Provincia Regionale. Si tratta di un progetto con calco di un ponte, che lo stesso aveva progettato per la ricostruzione del ponte di Calderà appunto, con due archi a parabola, con tanto di piste ciclabili e passaggi pedonali, frutto del lavoro di un team di collaboratori, con un costoso software del tutto innovativo, che nonostante pubblicizzato dalla Provincia Regionale di Messina volutamente richiesto essere di un carico di 110 mila kg, in realtà sia stato accantonato perché non è quello che attualmente è in fase di costruzione che sarebbe un “ponte fotocopia” del ponte di Oliveri. Una struttura, quella in oggetto di discussione crollata in concomitanza dell’alluvione del 22 novembre 2011 che a tutt’oggi trascorsi 10 anni non ha visto termine. Un argomento, questo, già affrontato dall’Avvocato Del Diavolo e che sarebbe immodificabile, perché “ per imposizione del bando di gara – ha precisato l’ing. Marchetta,- dovrebbe rimanere quello che c’è previsto nel progetto, non può essere variato perché la gara è una gara ad offerta economicamente più vantaggiosa con migliorie tecniche,” e pertanto imporrebbe di non utilizzare acciaio diverso del tipo S460. Il rallentamento dei lavori , dovuto secondo voci alla mancanza di acciaio, comunque continua ad interessare in particolare la collettività dei residenti e dei possibili utenti perché nonostante la ditta avrebbe dovuto già consegnare l’opera, in atto la collettività non può ancora fruire del passaggi, nenche come eventualmente via di fuga, e lamentano piuttosto, come da testimonianze dal servizio di Eugenia Bavastrelli andato in onda, oltre che scompigli urbanistici, vere e proprie perplessità a causa della lentezza con cui procedono i lavori oltre che indecenti esalazioni nauseabonde.


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