Ancora una puntata in favore del cittadino. “Amara Terra Mia” è una trasmissione popolare, sarcastica, che svolge un servizio sociale. Le troupe vanno a caccia di disservizi per segnalare tutto quanto non va. Anche nel corso dell'ultima puntata, protagonista è stata un'analisi “irriverente ma giusta” sulla situazione in cui versa la cittadina tirrenica di Milazzo, in provincia di Messina. Franco Arcoraci e la sua redazione sono ritornati sulla questione del cimitero, con il muro crollato e i bagni a dir poco inagibili. Chiusi i bagni chimici, pertanto inaccessibili. Mancanza di servizi igienici e idrici, mentre tutto tace sul servizio navetta per aiutare chi, con problemi motori, non può raggiungere i propri cari.
Un focus sulle fototrappole, poi, il molo di Milazzo, «quello che, in passato, hanno regalato a certi imprenditori, qualcuno di Milazzo e altri di Messina» – ha detto l'editore Arcoraci. Laddove il molo è stato chiuso è stato realizzato un parcheggio “per pochi”, ossia riservato alle Forze dell'Ordine, agli impiegati della Marina Militare. «È giusto, è un diritto – ha detto Arcoraci – perchè lavorano lì. E gli altri pagano». Il tema dei parcheggi è una nota dolente in paese. Una breve incursione nella cortina del porto, area doganale (due cose che non possono coesistere, si spiega nel corso della puntata) dove le poche riprese eseguite sono state vietate all'interno del porticciolo che è turistico. L'accesso sembra consentito soltanto a chi paga per tenere la barca. Fino a che... un ex consigliere comunale, persona fidata, ha poi spiegato che il parcheggio custodito per consiglieri comunali, assessori e sindaco.
Ritorna ancora una volta piazza Marconi, ormai leitmotiv della trasmissione che non sfugge all'occhio dei cittadini, primo segnalatori dei disservizi. Al centro dei servizi su questo angolo non recondito della città il degrado che continua tra rifiuti, erbacce, foglie secche e ragazzini che giornalmente vi sostano all'uscita da scuola con gli autobus che lì fanno capolinea. In luce anche la non agibilità del palazzetto dello sport promessa ai cittadini.
Immancabile un ampio spazio dedicato all'inquinamento prodotto dalla raffineria di Milazzo. Ospiti in collegamento il Dott. Giuseppe Marano dell'associazione Cad sociale e l'Avv. Antonio Giardina. Obiettivo: discutere i dati Arpa Sicilia del 6-7 agosto. È emerso che 3 centraline dell'impianto hanno rilevato "alti picchi di concentrazione di anidride solforosa e di benzene", inquinanti pericolosi, nocivi alla salute umana. Il Legale Giardina: «L'Arpa ha voluto fare unʼindagine supplementare, ha voluto verificare la provenienza, vale a dire: questi picchi da dove provengono? Ha utilizzato un modello matematico, di dispersione verificando una compatibilità tra il mal funzionamento della raffineria e quei picchi».
I dati sono apparsi in evidente contraddizione con il comunicato stampa della Prefettura di Messina, che spiegava come l'attività di indagine, nella immediatezza dell'evento di giorno 6, non ha evidenziato danni alla salute pubblica. Nell'evento del 24 agosto, invece, non soltanto sono stati individuati picchi di concentrazione ma anche un superamento dei livelli consentiti dalla legge per la qualità dell'aria per la salute umana. Giardina: «Non si può bollare tutto con un 'non è accaduto nulla'».
Sono ben due le centraline che non fanno bene il loro lavoro e la causa sembra essere la presenza di alberi ad alto fusto. Ciò fa sì che non si arrivi ad una corretta rilevazione dei dati di concentrazione dei dati di qualità dell'aria con limiti imposti a tutela dell'ambiente e della salute umana. «L'Arpa ha fatto un'analisi delle c.d. polveri — ha spiegato l'Avv. Giardina — e si è concentrata sui metalli pesanti e sui metalli ipa (idrocarburi policiclici aromatici) il 7 agosto e piombo e stagno in quei giorni. È quanto è emerso dall'accesso agli atti richiesto, ed eseguito, in nome e per conto del Caf sociale. Appello all'assessore regionale Cordaro affinché firmi il decreto attuativo per emanare una legge già esistente approvata 2 anni fa dal Parlamento siciliano.
Il finale ha coinciso con il monito, lanciato da “Amara Terra Mia”, rivolto a «chi volesse avere un po' di giustizia». Le soluzioni che la trasmissione prospetta sono due: «ricorrere al Cad sociale o rivolgersi al Legale Giardina». Entrambi hanno, infatti, messo a disposizione la propria professionalità in favore di chi necessiti di una adeguata assistenza.
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