top of page

“M’Arricriu” sul mare milazzese, dalla brioche col gambero di Tindari ai prodotti homemade: il dono dell'essere "Godraffinato" e da "Cine - Fest"

Tradotto vuol dire “Mi diverto e mi rilasso”, anzi è molto di più: “Me la spasso e mi rigenero” però mai nulla come il dialetto siciliano rende l'accezione con la musicalità della frase. E affidare a “M’Arrucriu” il nome di un’attività, dove “ti rimpingui della fantasia profumata” anche soltanto annusando quegli aromi “ineccepibili” del pescato del giorno e ti siedi a degustare piatti succulenti e di straordinaria fattura sulla perla del Mamertino è una mossa da maestro e non solo. I soci Fiorella Milioti che gestisce la sala e consiglia i vini e lo chef Raffaele Campo hanno avuto un colpo di fulmine verso l'antico borgo marinaro di Vaccarella nel cuore di Milazzo e hanno creato il TRATTO-BISTRO' M'ARRICRIU. In realtà, a fare nascere questa amicizia, evoluta in condivisione di un’impresa commerciale seria ed importante, aperta il 23 dicembre 2021, è stato l’attuale sous chef, Nunziato Di Giovanni, nonché compagno di Fiorella, con la curiosità e l’entusiasmo verso il settore delle materie prime alimentari, tanto da aver gestito più locali tra bar, ristorante e pizzeria in vari comuni (San Pier Niceto – città d’origine come per Fiorella, Milazzo e Barcellona, dove si sono agganciati i due soci).



Questo luogo è invitante per l‘ospitalità familiare in un dehors che sporge sulla Marina Garibaldi (lato monte), con 40 posti a sedere per scelta di standard qualitativi elevati e con una copertura bioclimatica. La determinazione e l'ambizione di non voler mai rinunciare all'apice dello studio enogastronomico hanno fatto sì che il locale fosse notato anche dal "Festival del Cinema Italiano" che, per due anni di seguito con il 2024, l'ha arruolato nel pacchetto di aziende distintive del comprensorio e come unicum da mostrare in una vetrina così significativa e popolare per la settimana dall'1 al 6 luglio.

“Qui, il primo piatto può essere considerato Gourmet ma nel quantitativo non mancherà mai la soddisfazione dei 130 grammi e l’abbondanza del casereccio (ideale per chi ama soddisfarsi e non solo spiluccare) - spiega Nunziato -. Come nel trancio di pesce non mancheranno la bontà e la ricercatezza della preparazione ma anche il peso di quei 250 grammi”. Tutto incarnato in quel nome M'ARRICRIU, godereccio ma allo stesso tempo raffinato nei suoi costituenti creativi: possiamo coniare il neologismo “Godraffinato” e anche un po’ griffato.        




La sorpresa che apre subito l’appetito è l’entrée stagionale con un Cannolo salato di ricotta di pecora aromatizzato al basilico, dove ci si accorge che la presentazione estetica del piatto fa da padrona e viene accompagnata dalla genuinità di ingredienti e sapori nostrani. Lo stesso trend in inverno viene sostituito dal Babà di cozze e vongole, guarnito con crema di parmigiano 36 mesi. Ci sono poi delle precise pietanze che si trovano d’estate come d’inverno: oltre alle specie ittiche fresche e locali, il filetto o taglio di fassona per chi non gradisce o non può consumare il pesce per intolleranza. La portata più particolare per adesso proposta è la brioche tipica messinese col tuppo, in chiave salata come antipasto, farcita con una battuta di gambero della Baia di Tindari, con maionese allo yogurt, più gambero crudo e caviale serviti a lato della brioche.




“Il menù è WORK IN PROGRESS – rilancia Fiorella - nel senso che cambia giornalmente in base al pescato (perché al 95% è richiesto pesce), tutto è cucinato sul momento ma di norma c’è un canovaccio che prevede piatti freddi - crudi e cotti, avendo la sensibilità e cura di lasciare appunto la varietà con alcuni tipi di carni. Sulla carta dei vini abbiamo principalmente 300 etichette siciliane anche qui per scelta, con l’attenzione per alcuni champagne di annate particolari”. Si evidenzia la cultura anche per i vini dolci di Salina, spaziando dallo Zibibbo alla Malvasia di Mimmo Paone al Passito di Cantine Colosi.

La personalità estroversa di Raffaele di appena 24 anni ha una calamita verso i fornelli; nonostante la sua giovane età, lo chef ha occupato il comando culinario in ristoranti di prestigio e in tempi più recenti come all'Excelsior di Taormina e in altri siti turistici della Sicilia Orientale. Da una formazione parigina e londinese, lavorando in attività di chiara fama e passando per Spoleto, dove ha conseguito nel 2018 il diploma all’autorevole Istituto Alberghiero “De Carolis”, il bagaglio gastronomico di chef Campo sin da bambino si deve alla vicinanza dell'adorata nonna; con lei è maturato in un paesino dei Nebrodi - Fondachelli Fantina. Chef Raffaele è stato reclutato, poco prima della pandemia Covid-19, persino dal monumentale Heinz Beck (esperienza d’oro che è sfumata per causa di forza maggiore, schiudendo il guscio – tesoro di un contenitore Food tutto suo).




La competenza e la gentilezza in questa trattoria – bistrot sono come il pane quotidiano e la pasta fatti in casa (dal pacchero allo spaghettone): l’esperienza e l’impegno nella squisita panificazione fa intendere quanto l’artigianalità conti per la proprietà con una gamma clamorosa, anche fritta. Lo chef, insieme a Di Giovanni e alla brigata, lavora personalmente il pane ai cereali, alla zucca e ai girasoli, grissini, taralli e le ciambelline dolci al vino e alla cannella. Parlando di pasta secca, la preferenza cade solo sul Pastificio Piazza di Mojo Alcantara. Segno di estrema bravura, la presenza in carta di oli caratteristici per portare avanti la Sicilia ossia 12 tipi di oli da tutta l’Isola: Valderice, Belice, dalle colline del messinese partendo da San Pier Niceto e ancora territorio dell’Etna con le tenute Tornatore e Romano. Ovviamente la degustazione in tema di olio, in genere con un trio di prodotti, è una prerogativa insieme all’entrée. Dulcis in fundo la Carta dei Caffè (una decina di varietà) con la collaborazione napoletana del rinomato brand Passalacqua.

L’indole del professionista Campo a dialogare sulle specialità e sui fuori menù con i clienti lo fa scendere con naturalezza nelle minuzie sull’origine del pesce e sul procedimento della ricetta.





Alcune chicche sono tutti i Crudi di pesce con un’intera pagina dedicata, partendo dalla degustazione di tre tipi di ostriche (due irlandesi, di cui uno carnoso con retrogusto di nocciola fa affinamento in acqua 32 mesi e ha petali d’oro 18 carati commestibili e le francesi Gillardeau, reputate le “Dom Perignon di ostriche o struzzi” e marchiate al laser con una “G” per la storicità della famiglia che le coltiva da 110 anni nella Francia Occidentale).





Si può proseguire con Tartare, Carpacci, Scampi freschi di Porticello – PA, Gamberi con granella pistacchio, la Bottarga di Tonno al pistacchio e polipetti fritti.




Il Piatto Novità: Raviolo con melanzana e mentuccia, pomodoro piennulo con dentice saltato (e ricotta)




e Raviolo di Rana Pescatrice, servito con purea di datterino giallo e crumble di oliva nera. Le Polveri aromatiche sono realizzate sempre homemade, per esempio le Linguine bottarga di tonno e limone, in cui l’agrume è il polposo Femminello di Siracusa. Per i secondi piatti si sta consigliando la portata “E… state” ovvero Calamaro di Pantelleria scottato, con Ricotta di pecora aromatizzata agli agrumi e Crumble al Pomodorino secco; ancora Tranci di pesce gradinati con frutta secca laddove la farina di castagna o di fichi secchi o noci viene lavorata nel modo giusto, plasmando il contrasto di dolce – salato, soprattutto con le cernie e dentice. Si continua a rispettare la classicità con Spaghetti agli Scampi e Involtini di pesce spada con ortaggi al gratin.

Ammirevole la mise en place con un tovagliato rigorosamente bianco e tutto firmato con il logo del bistrot: dai tovaglioli ai bicchieri. Il primo cenone di questi imprenditori è stato praticamente in epoca Coronavirus con un’esperienza che ha fortificato e ha reso tenaci la volontà. Di notevole modernità lo spirito di essere disponibili alle collaborazioni con imponenti aziende del mondo del turismo e di viaggi quali la compagnia Aicon costruttrice di Yatch di lusso a Giammoro, il cui titolare Marc - Udo Broich è diventato casualmente un cliente di “M’Arricriu”, in quanto qui mangia bene, fresco e locale. Con lui, come con altri (tenute vitivinicole, vedi Bagliodoro), sono stati instaurati rapporti personali e amicali al punto di ricevere anche piccoli omaggi per l’arredo del locale quali i banchetti d’appoggio per il Suaglass o la glacette da vino con la griffe Aicon e “M’Arricriu” insieme o divise e t -shirt con ulteriori sponsor.  

Il servizio è inappuntabile e anche la toilette si presenta con il valore aggiunto della musica soft.        

Nei mesi di luglio ed agosto il locale è sempre aperto a pranzo dalle ore 12.00 alle 14.30 e di sera dalle ore 20 alle 23, tranne per partecipare ad esempio a manifestazioni rilevanti, con largo preavviso. In altri periodi dell’anno, lunedì e martedì chiusi, tranne a giugno e settembre con la chiusura limitata al solo lunedì.

Kommentare


bottom of page