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Ministro Musumeci a "Naxos" per summit partito: “Italia conterà nel mondo se conterà nel Mediterraneo”

"Non siamo carne da macello ed ogni nostro passo deve essere congegnato per il futuro e la continuità oggettiva nel mondo, non soggettiva. Non come ha fatto chi ha governato prima di noi perché la sinistra c'era quando è nata ed è cominciata la Repubblica". Una delle dichiarazioni del Ministro Nello Musumeci, già presidente della Regione Siciliana.


“Non ci può essere Mediterraneo se non c’è portualità con il suo sistema di espansione, di commercializzazione, di sicurezza e di cultura”. Così, il Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci sciorina una serie di argomenti sulle sue corde e incollati al benessere della Trinacria, soprattutto in un’occasione ghiotta come quella della convention del suo Partito Fratelli d’Italia, che si è svolta ieri a Giardini Naxos al Delta Hotels by Marriott, su iniziativa dei deputati all’Ars Pino Galluzzo e al Parlamento Europeo Ruggero Razza con il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei. C’è stata una platea gremita tutto il tempo in funzione del tema "La sfida del Governo in Sicilia" e "L'Europa torna nel Mediterraneo. E senza dubbio il Ministero (per quanto senza portafoglio) di Musumeci ha un ventaglio di proposte per competere in Europa a cominciare dal patrimonio marinaro che esiste senza bisogno di andare a cercarlo come le risorse idriche, tanto reclamate.

Dalla “Riforma dei porti” che dovrà passare al varo entro il 2025 al Piano Mattei come proiezione economica per l’Africa fino alla croce che ci portiamo tutti dietro ossia la siccità. Intanto una verità assoluta per il Ministro: “L'Italia conterà nel mondo se conterà nel Mediterraneo. L'Unione Europea deve cominciare ad avere una politica del Mediterraneo. Si è sempre occupata dell'Est e del Nord. Nel frattempo Cina e Russia hanno insediato il continente africano. Il Piano Mattei non è una scatola vuota. Con questo progetto strategico di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento dell'Italia il nostro Paese avrebbe dovuto ‘rafforzare e rinnovare i legami con il continente’ ma non abbiamo saputo sfruttare questa alternativa. E noi siamo ad appena 140 chilometri dall'Africa (ad un tiro di schioppo, più vicini che da Messina a Palermo). E a questo si associa anche il Piano Sicurezza. L'Europa deve darsi una regolamentazione su questo fronte e anche l'Italia deve attrezzarsi”.


Per quel che riguarda la Riforma dei Porti di cui abbiamo chiesto un approfondimento ai nostri microfoni, sappiamo che sarà una materia calda per la prossima riunione del Cipom ovvero il Comitato interministeriale per le politiche del mare, fissata per il 14 o il 15 dicembre. Nello Musumeci ne ha discusso di recente nel corso della IV Edizione dell'Osservatorio sulla portualità che si è tenuto a Roma.

Il Cipom che programma e coordina riceve la proposta dal Ministero delle Infrastrutture, che in questo caso sarà il viceministro Edoardo Rixi. Musumeci ha sottolineato sempre davanti alle nostre telecamere e anche ai margini che sulla proposta verrà poi intessuto “un dibattito con gli attori privati e pubblici che rappresenta una scommessa importante per gli impegni, le prospettive e le sfide che siamo chiamati ad affrontare”.


Ancora durante la convention di Fratelli d’Italia il Ministro delle Politiche del Mare ha precisato quanto sia valido lo strumento del Pnrr e deve essere utilizzato appieno: “Il Pnrr è affidato a soggetti privati, non è un regalo ma un prestito. La nostra vocazione è mediterranea: chi se non la portualità deve afferrare l'economia blu (turismo, pesca, cantieristica, crocieristica). Le piattaforme portuali stanno crescendo, il mare c'è ed è visibile ed è maturata anche la consapevolezza ambientalista per rispettare il mare con le sue infrastrutture. 12 miliardi di tonnellate di merci vengono trasportate via mare. Con tutte la nostra progettualità di partito ci siamo dovuto agganciare a piani esistenti. Fatto ‘sta che tra Piano Mattei, Pnrr - economia blu, la Zes, la Sicilia deve fare la sua parte”.


Secondo Musumeci, “Roma ha dato tutto quello che la Sicilia ha chiesto”. Nodo cruciale e assillante per le finanze di una nazione è la risorsa acqua in tutte le sue sfaccettature.      

“Chi si occupa delle acque? Una legge di trent'anni fa è stata riproposta nel 2006 – illustra il Ministro in quota Fratelli d’Italia - ma non c'era l'Autorità di Bacino. In Sicilia nessuno si era occupato delle risorse idriche. Da presidente, abbiamo istituito in tre mesi l'Autorità di Bacino. Abbiamo fatto il Piano di Pulizia delle dighe: se non le pulisci si riempiono di sabbia (la bellezza di 18 su 25 non erano state toccate). Ancora il Piano della Siccità nel 2020. Abbiamo finanziato la rete idrica di Agrigento. Progetto diga Blufi tra Palermo, Catania e Caltanissetta”. A quel qualcuno che in passato sostiene di non aver trovato le carte, Musumeci replica: “Bisogna sapere leggere le carte prima di trovare una soluzione. Nessuno è carne da macello. Da Palermo, ci hanno chiesto tre dissalatori. Abbiamo incaricato il nostro Commissario nazionale. Ci vogliono due - tre anni per risolvere il problema. Il centrosinistra ha governato per 47 anni dal 1946. La Forza Politica deve camminare insieme alla coalizione. Siamo convinti di avere la fiducia degli italiani perché lo dicono i numeri: se nel sud Italia si torna ad investire è per noi. Se avessimo partecipato al banchetto saremmo stati solo una pagina della politica. Adesso possiamo dire siamo una Grande Realtà”. 

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