PROVINCIA, PER LEGAMBIENTE I PENDOLARI HANNO VITA COMPLICATA
- Emilio Bertucci
- 16 ore fa
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Il trasporto pubblico arretra e il divario tra nord e sud si allarga. È l’allarme lanciato da Legambiente con il rapporto Pendolaria 2025, che punta il dito contro tagli, ritardi infrastrutturali e scelte sbilanciate, soprattutto in Sicilia
Un sistema fragile, sottofinanziato e sempre meno capace di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. È la fotografia scattata dal Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato a Roma, che denuncia un arretramento del trasporto pubblico locale in tutta Italia, con criticità più gravi nel Mezzogiorno. Secondo l’associazione ambientalista, il Fondo Nazionale Trasporti ha perso il 38 per cento del suo valore reale rispetto al 2009. Per colmare il gap servirebbero almeno tre miliardi di euro aggiuntivi.
Intanto, nel 2024 hanno circolato quasi duecento treni regionali in meno, senza un adeguato ricambio dei convogli dismessi.
Assenze strutturali che pesano sulla mobilità quotidiana e sulla coesione territoriale, mentre il dibattito sul Ponte sullo Stretto, secondo Legambiente, concentra risorse enormi a discapito del trasporto pubblico diffuso. Il divario con il resto d’Europa è netto anche nelle reti urbane su ferro: l’Italia resta fanalino di coda per chilometri di metropolitane e tramvie.
A questo si aggiunge il tema della “transport poverty”: nel nostro Paese le famiglie spendono in media oltre il 10 per cento del reddito per spostarsi, con punte più alte proprio dove il trasporto pubblico è carente. Non mancano segnali positivi, come il ringiovanimento dei treni e l’aumento dei passeggeri, ma per Legambiente non bastano.
La richiesta al Governo è chiara: cambiare rotta, investire nel ferro, rafforzare il trasporto pubblico locale e garantire il diritto alla mobilità, a partire dalle regioni più fragili come la Sicilia.








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