Rifiuti in Sicilia, anni per proteggere l’uomo e l’ambiente naturale. Il caso europeo del Piano
- Redazione
- 4 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 dic 2022

La città metropolitana di Messina, pur essendo fetta di una regione che si autogestisce con l’Assemblea Siciliana paga il conto delle mancate soluzioni convogliate in semplici tentativi ad inseguire intese viste le novità che apportano fin quì niente di risolutivo sulla questione rifiuti in Sicilia e questo ad una settimana dal voto delle amministrative, quando nei comizi elettorali si fa passare per rose e fiori anche l’irrisolto o dubbioso sulla sanità di questi anni. Il rispetto del pianeta non si ferma alle parole perché Giorgia Meloni qualche giorno fa a Messina, pur di portare avanti il suo partito, ha parlato della Sicilia come prima regione per potenziamento delle terapie intensive, facendosi carico di disconoscere come in piena pandemia nel barcellonese, si verificava il reparto dei letti fantasma.
Ormai è notizia che la strategia dei rifiuti di Musumeci va sottoposta ad una “profonda revisione”, come stabilito dalla Commissione europea che dichiara il Piano regionale dei rifiuti non conforme alla Direttiva sulla Economia circolare mettendo a rischio oltre 35 mln di euro, necessari per uscire fuori dall'emergenza. Gli ambientalisti e i partiti dell’opposizione al governo regionale da anni, come il deputato Giampiero Trizzino portano avanti all’Ars report e studi che possano portare rimedi ma la bocciatura dell’Europa viene vista tra una tragedia e farsa dal pres. di Zero Waste Sicilia, Beniamino Ginatempo. Il problema sta nel fatto che la vicenda sulla bocciatura del piano rifiuti della Sicilia, perché non conforme alla Direttiva Quadro sui rifiuti, mette a rischio i finanziamenti per gli impianti di trattamento, (non solo per gli aborriti inceneritori) ma soprattutto per gli impianti di compostaggio e di valorizzazione della frazione secca.
“È comico, se non fosse tragico, che l’assessora Baglieri sostenga che non c’è nessuna bocciatura e che è in corso una interlocuzione col Ministero della Transizione Ecologica, a proposito del Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti (PNGR), come se il ministro contasse di più della UE”. Scrive in una nota Ginatempo. Secondo lo stesso l’UE, oltre che ribadire che esiste una Direttiva Quadro, vuole preliminarmente conoscere i requisiti minimi del piano siciliano, ovvero dati sul tipo, la quantità e la fonte dei rifiuti prodotti sul territorio e la Sicilia ha tempo per fornirli fino al 10/06/2022 .
“Ma c’è di più: interpretando spirito e lettera delle principali politiche ambientali, - prosegue il presidente Zero Waste Sicilia - all’incrocio tra Economia Circolare e politiche di decarbonizzazione per il contrasto al riscaldamento globale, si desumono anche le migliori strategie per la gestione del rifiuto residuo: la gestione a freddo, con il recupero di materie prime secondarie da reimmettere nel ciclo produzione-consumi e non lo smaltimento tramite incenerimento e discarica (un quarto circa delle ceneri va comunque smaltito in discariche speciali e costose)”. Eppure l’Italia, secondo lo stesso in controtendenza all’Europa, anche nella bozza del PNGR, non riesce a sganciarsi dalla opzione incenerimento e pertanto si chiede “Quando capiranno i nostri amministratori che la riduzione degli scarti è il prioritario ed ineludibile step per la salvezza del nostro territorio?” Per gestire gli oggetti e i materiali a fine vita, conclude dicendo Ginatempo che non ci vogliono mega impianti tecnologici, ma AMORE E RISPETTO per quest’isola e i suoi abitanti ed una politica sana e lungimirante.
Non sono rari i casi in cui vengono come dire scoperte discariche nel territorio che lasciano il tempo che trovano per avviare soluzioni per coprire i danni ambientali. Come il caso della discarica di Torretta riemersa nella spiaggia di Ponente a Milazzo(Me) dalle mareggiate del 2019, attenzionata dal deputato Alessio Villarosa che ha portato la vicenda sui ”siti orfani” in un’interrogazione in Commissione Ambiente al Ministero, per sottolineare le tralasciate risoluzione del governo regionale. Un altro caso irrisolto si presenta nella zona industriale di Giammoro di Pace del Mela (Me) per una discarica che si trova nella strada adiacente il cavalcavia, nei pressi dell’area ex Irsap, dove sono stati rilevati rifiuti di varia natura anche all'interno di sacchi neri. La suddetta area ex Irsap, insieme alle strade, alle relative pertinenze e infrastrutture ricadenti nel territorio del Comune di Pace del Mela sarebbe state trasferita dal consorzio ASI in liquidazione al comune di Pace del Mela, ai sensi e per effetti dell’ art.19 comma2lett.f) della L.R. N.8/2012 modificato dall’L.R. N.8/2012, modificato dall’ art.10 comma 1 della legge L.R.N.10/2018.
A poca distanza sono presenti abitazioni di sfortunati cittadini che hanno solo la colpa di vivere, abbandonati a se stessi sollecitano la bonifica dell'intera area per evitare ulteriori problemi ambientali e sanitari. “Ho suggerito più volte di installare fototrappole o telecamere, con l'obiettivo di beccare i cittadini incivili e sanzionarli. Da quanto appreso ad oggi non è stata installata nessun strumento”. Scrive la consigliera Comunale Angela Bianchetti che come tanti cittadini resta in attesa di conoscere quali provvedimenti intendono assumere le autorità competenti.
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