Per gli investigatori da maggio a novembre 2022 gli indagati avrebbero gettato rifiuti, anche pericolosi, nel greto dei torrenti Mela e Patrì riducendo i corsi d’acqua, sottoposti a vincolo paesaggistico, a una discarica abusiva e facendone oggetto di una "selvaggia aggressione ambientale"
Sono in tutto 66 le persone indagate per avere sversato rifiuti, anche pericolosi, negli alvei dei torrenti Mela e Patrì, nel Messinese. 14 camion, per un valore complessivo di oltre un milione di euro, appartenenti a diverse ditte sono stati sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto che hanno eseguito anche una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per la durata di un anno nei confronti del titolare di un’azienda.
I provvedimenti sono stati adottati, nell’ambito di due procedimenti iscritti per i reati di “realizzazione di discarica abusiva”, “combustione illecita di rifiuti” e “abbandono di rifiuti”, a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri delle Stazioni di Merì e Terme Vigliatore, sotto il coordinamento della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Verzera, che hanno documentato numerosi sversamenti illeciti di rifiuti nei greti dei torrenti Mela e Patrì e che vedono complessivamente 66 persone indagate, tra cui titolari di imprese del settore edile, della lavorazione del legno, di prodotti agricoli, del commercio del ferro e del trasporto merci, oltre a ristoratori, proprietari di officine meccaniche, attività commerciali e cittadini residenti della zona.
La condotta è stata ripetuta più volte nel tempo, dal maggio al dicembre 2022, in più punti dei torrenti, in assenza di alcuna autorizzazione, gli indagati, avevano trasportato e sversato nei greti dei fiumi rifiuti di vario tipo, anche pericolosi e in particolare scarti delle attività di impresa, tra cui materiale edile, in ferro, legno, fino ad arrivare a derivati della lavorazione di alimenti o prodotti da animali da allevamento.
Gli indagati, sono stati totalmente insensibili alla salvaguardia del patrimonio naturalistico nel cui ambito pure loro vivono e operano, e di non seguire le procedure normativamente previsti per lo smaltimento dei rifiuti, e così rovinando, in maniera che appare irreversibile, un patrimonio naturalistico che appartiene all'intera collettività. Tutto ciò secondo il GIP della procura di Barcellona Pozzo di Gotto.
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