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Assemblea costituente M5s, nuove votazioni dal 5 all’8 dicembre. Antonio De Luca: come e per cosa si vota

Dalle ore 10 di giovedì 5 alle ore 22 di domenica 8 dicembre si ripetono le votazioni dell'Assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, dopo i risultati del primo voto.


Sabato pomeriggio a Palazzo D’Amico il portavoce all’ARS del Movimento 5 stelle, il deputato Antonio De Luca, e la coordinatrice provinciale di Messina, Vera Giorgianni, hanno voluto chiarire quanto accaduto nelle ultime votazioni dell’Assemblea costituente e perché è importante votare nuovamente. I risultati del primo voto saranno confermati solo se voterà più della metà degli iscritti. Il voto va ripetuto per decisione di Beppe Grillo, garante del movimento, che ha esercitato la sua prerogativa, annullando i primi risultati e accendendo lo scontro con Giuseppe Conte.

L'assemblea degli iscritti è stata quindi nuovamente convocata. Il Movimento ha già chiarito che i quesiti riguarderanno il ruolo del presidente e degli organi che lo affiancano, quello del garante, la modifica del simbolo, il comitato di garanzia e il collegio di probiviri.

Si potrà votare fino alle ore 22 di domenica 8 dicembre. A quel punto, con la chiusura delle procedure, si scoprirà se il quorum è stato raggiunto e se quindi la votazione è valida. Altrimenti, l'intero processo sarà annullato (incluso il primo voto di fine novembre).

“È vero Beppe Grillo è il padre fondatore del movimento insieme a Gianroberto Casaleggio” spiega De Luca “ma avere un figlio non è un atto di generosità che comporta l’eterna gratitudine del figlio stesso. Il figlio è quanto di più egoistico che si possa generare, arriva per desiderio dei genitori non è di certo lui a chiedere di venire al mondo. Grillo ha dichiarato che preferisce la morte del movimento piuttosto che rispettarne la decisione. Non è quanto un padre vorrebbe per i suoi figli.”


È stato un addio sonoro quello che la comunità degli iscritti dà al suo fondatore. Il 63% dei militanti ha votato per abolire il ruolo del garante, rinunciando così a qualsiasi a compromesso. È questo l’esito più netto e sorprendente di un’Assemblea costituente che chiudeva una logorante guerra interna cambiando pelle al Movimento. La base, a suon di click, ha deciso di superare anche il limite del doppio mandato, storica bandiera pentastellata. Dicendo sì alle alleanze purché legate a un accordo programmatico preciso. Con il voto dei quesiti sul posizionamento politico, inoltre, gli iscritti decidono di definirsi progressisti indipendenti. Una mutazione, se non una completa rivoluzione, che dai vertici pentastellati è vissuta come un momento storico.

“Per quanto riguarda i due mandati” precisa ancora De Luca “è una bellissima idea che però non è possibile portare avanti. Secondo Grillo per legge ogni 10 anni bisognerebbe rinnovare completamente l’assetto politico del Paese Italia per combattere contro quei poltronari che da decenni occupano le sedi dei Palazzi a Roma. Ma voi l’immaginate un’Italia eternamente adolescente confrontarsi con le mature Francia e Germania? L’esperienza che abbiamo acquisito nel primo mandato non può finire qui. Ora che abbiamo capito come muoverci dobbiamo lasciare il passo a chi, anche con le migliori intenzioni, dovrà comunque ricominciare tutto d’accapo a spese di chi ha bisogno di risposte immediate, i cittadini. Invece dobbiamo intervenire sulla selezione degli attivisti. Prima eravamo aperti a tutti ora anche noi scegliamo perché non tutti siamo in grado di assumere la guida del Paese.”

“Stesso discorso vale per le alleanze” continua De Luca, “da soli non si va da nessuna parte. Certo dobbiamo camminare secondo un accordo programmatico preciso per portare a termine progetti concreti per il Paese”.

Un’evoluzione che sta portando il movimento “Da Francescani a Gesuiti” come ha scritto Grillo o semplicemente “al passo con i tempi” come ha dichiarato Conte.


Di Tania Barbato

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