"L'impermeabilizzazione del suolo è un problema di portata mondiale, con crescenti preoccupazioni per la sostenibilità a lungo termine". A dirlo la senatrice Dafne Musolino di Italia Vera, che pone l'accento sul consumo del suolo in Italia che, nel corso del 2022, ha raggiunto una velocità preoccupante. Stando al rapporto annuale dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), si è registrato un aumento del 10 per cento rispetto all'anno precedente. "I dati rivelano che, in appena dodici mesi, il consumo del suolo ha avanzato di ulteriori 77 km2, pari a una media di 2,4 metri quadrati al secondo. Questa tendenza all'espansione della copertura artificiale ha un impatto notevole su ambiente, agricoltura e sostenibilità a lungo termine del Paese".
"Al 2022, la copertura artificiale in Italia si estende per oltre 21.500 km2, il che rappresenta il 7,14% del suolo italiano (7,25% al netto dei fiumi e dei laghi). I cambiamenti più significativi si sono verificati nella pianura padana, nelle regioni lombarde e venete e lungo la via Emilia. Inoltre, la costa adriatica ha subìto notevoli trasformazioni, con particolare attenzione ad alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese".
"Questo aumento del consumo del suolo ha gravi conseguenze per l'ecosistema italiano e anche per l'agricoltura. In soli dodici mesi, sono stati persi altri 4.800 ettari di terreno pari al 68 per cento del consumo totale di suolo in Italia. Questo fenomeno contribuisce alla costante diminuzione della disponibilità di aree agricole, minacciando la sicurezza alimentare del Paese.
"Mentre costruiamo sempre di più, il concetto di 'lungo termine' sta diventando sempre più relativo, specialmente quando esaminiamo le relazioni recenti come il rapporto IPCC e altri documenti sul cambiamento climatico." È quanto riferisce in una nota la senatrice Dafne Musolino.
"In alcune aree del Nord Italia, dove le aree edificabili sono più limitate rispetto ad altre regioni del Sud, l'attenzione a questo problema è cruciale. Secondo il report sul clima dell'Eurac, solo circa il 5 per cento della superficie di molte provincie è idonea per insediamenti. Negli ultimi decenni, l'impermeabilizzazione del suolo in alcune regioni è aumentata costantemente. A dirlo sono l'Istituto provinciale di statistica ASTAT e l'Agenzia europea dell'ambiente AEA. È importante notare che questi dati riguardano solo l'impermeabilizzazione delle aree abitate e non anche delle strade".
"L'impatto sulla natura è devastante. Dove il suolo è impermeabile la vegetazione non può crescere, l'acqua non può essere assorbita e l'aria calda si accumula influendo negativamente sulla qualità della vita".
"Alcuni Paesi stanno affrontando attivamente il problema. In Austria, si è discusso della "de-impermeabilizzazione" come soluzione per contrastare la scomparsa del suolo. Questo approccio prevede la rimozione degli strati di asfalto o calcestruzzo dalle superfici, sostituendoli con materiali che possono assorbire l'acqua. In Baviera, i comuni sono stati incentivati a ridurre le dimensioni delle aree stradali durante la riqualificazione di edifici vuoti".
"Il miglior modo per affrontare questo problema è evitare l'impermeabilizzazione del suolo.
Va anche sottolineato che l'espansione delle strutture di grande distribuzione, comprensive di adeguati parcheggi che si trasformano in isole di calore, non ha solo un impatto ambientale, ma influisce anche sul commercio locale, specialmente nelle regioni più povere del sud Italia e delle isole, dove le attività di vicinato sono fondamentali per l'economia. È importante trovare un equilibrio – conclude la senatrice - tra lo sviluppo e la conservazione dell'ambiente e delle comunità locali".
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