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Redazione

Inquinamento Valle del Mela, Arcoraci: si dimettano i segretari dei sindacati


Monitorare le emissioni olfattive nella vasta area industriale

TORREGROTTA (ME) - Sono diventati insostenibili e preoccupanti agli occhi della cittadinanza perlopiù ambientalista, i recenti episodi verificatisi nelle giornate del 6 e del 24 agosto 2021, meglio rappresentate semplicemente, come dire, fumate tossiche incontrollate che secondo alcuni sarebbero dipendenti da cause dipendenti da un qualche disservizio ed altri, ad un malfunzionamento della Raffineria di Milazzo. Fumate che nella fattispecie generica hanno fatto perdere la pazienza anche a Franco Arcoraci, il regista ed editore di Telespazio che in una campagna di sensibilizzazione, si oppone chiedendo le dimissioni ai segretari dei sindacati che non siano in grado di manifestare una concreta campagna a sostegno dei cittadini proprio perché, i comuni interessati dagli elevati livelli di inquinamento delle matrici ambientali, riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con alta incidenza di patologie (asma, malattie del l’apparato respiratorio e malattie respiratorie acute) nella valle del Mela, sono 8: Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Merì, Barcellona Pozzo di Gotto, Condró e Gualtieri Sicaminó. Ecco perché Franco Arcoraci non intende mollare di un millimetro nella sua lotta al fianco degli invisibili della Valle del Mela sul sacrosanto diritto alla salute puntualizzando “ Non sono contrario alla Raffineria di Milazzo, dico che siamo tutti figli della Raffineria. I nostri genitori ci hanno lavorato dentro e ci hanno cresciuto e fatto studiare, ma il fumo inquina e uccide le persone. Le morti bianche non sono soltanto quelle di chi cade dal tetto, ma anche di coloro i quali muoiono dopo molti anni”. Il monito è rivolto non soltanto a tutti i Primi cittadini dei comuni coinvolti in quelli che Arcoraci definisce una “strage di massa”, ma anche ai sindacati dei lavoratori, che svolgono anch’essi una funzione di azione a tutela dei diritti violati, in questo caso sul posto di lavoro. “ I sindacati dovrebbero battersi . - dice Arcoraci - Chiedo le dimissioni dei segretari dei sindacati perché non capisco cosa facciano per la sicurezza. Il lavoratore non perderà il posto -rassicura- verrà soltanto tutelato”. “Esiste un disegno di legge contro l’inquinamento - evidenzia Arcoraci - presentato all’Ars il 3 marzo 2020 che stabilisce che entro 90 giorni dall’entrata in vigore, ossia entro il 30 giugno 2020, l’Assessorato all’Ambiente e Territorio avrebbe dovuto istituire il sistema “Simage”, che è il Sistema di Monitoraggio dell’Area e delle Gestioni Emergenziali. Il Sistema doveva servire a far funzionare la legge. In particolare Simage, Arpa e tutti gli altri enti preposti avrebbero dovuto monitorare l’inquinamento dei siti industriali. Come si fa a capire se - conclude Arcoraci - la legge è stata violata se non si misura la qualità dell’aria? È come dire a chi guida la macchina, che dovrebbe avere la patente ma di fatto nessun agente effettuerà i dovuti controlli. Come potrà prendere la multa?”.

È questo l'interrogativo lanciato da Franco Arcoraci, secondo il quale questa sarebbe una domanda utile, ad oggi, per superare l’inghippo e il dubbio che la gente abbia il sentore di morire, irresponsabilmente per colpe non proprie.


Tra le problematiche permanenti che possono sussistere in generale nella cittadinanza della vasta area industriale della Valle del Mela, a tal punto da chiedere fermo sostegno nella lotta sugli​ accertamenti per monitorare le emissioni olfattive ritenute pericolose, anche il dott. Giuseppe Marano, Presidente del CAD Sociale di Milazzo che segue da anni i problemi inerenti questo disagio sino ad ottenere l'imputazione coatta in seno al Tribunale di Barcellona P.G. nel 2017, e quindi l'accoglimento delle opposizioni alle continue richieste di archiviazione da parte della procura di Barcellona, a mezzo di un'attività coraggiosa e unica nel suo genere in Italia che attende con ottimismo il prosieguo del processo. In un’intervista lo stesso riferisce che, come consigliere comunale sin dal 2010 proprio sugli odori molesti di origine industriale ha svolto una dettagliata inchiesta politica prima e di denuncia alla magistratura successivamente sempre per le "emissioni olfattive". L’orientamento della magistratura che ha ammesso le parti civili fisiche nel citato processo sono così legittimate all'autotutela,​ ​infatti nella causa in corso relativa all'ipotesi di disastro colposo diretto, relativamente all'azione risarcitoria​ ​per i danni permanenti​ dati dalla correlazione tra le sostanze di determinati inquinanti e determinate patologie insorte, gli avvocati che sostengono la battaglia sono consapevoli di poterla vincere​ infatti lo stesso, non nasconde che è grazie allo straordinario lavoro svolto dallo stesso ma anche dal legale avv. Antonio Giardina che ha saputo battere colpo su colpo nelle varie udienze preliminari. “ Abbiamo fatto nascere a mio parere il Primo processo Italiano per "Disastro colposo nei confronti di una Multinazionale dell'Energia ovvero ENI”. Afferma. A sostenere la tesi in questione e su questo genere di emissioni e sulla loro pericolosità si è espressa nel tempo l'Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso i vari aggiornamenti dei "Rapporti Sentieri". Addirittura a Milazzo, nell'ultimo studio del 2019, come riportato dallo stesso, figura tristemente l'aumento delle malformazioni congenite sin dalla nascita a causa di determinate sostanze inquinanti e le parti civili ( i cittadini), stanno combattendo nelle aule giudiziarie per dimostrare il nesso di causalità rispetto a gravi patologie contratte nel tempo è un fatto epocale e straordinario​.

L’obiettivo per chi ne fosse estraneo o non coinvolto è​, comunque seguendo la Svolta green dell' Ue (European Green Deal)​ di proteggere l'ambiente e l’uomo​ riducendo i rischi legati all'inquinamento per portare avanti quindi la conversione in forma green di​ imprese che sono ospitate nelle aree private del polo industriale di Milazzo​ che emettono sostanze inquinanti.​ “Guardando non molto lontano​, la bioraffineria del distretto Gelese è un esempio di cambiamento ma nel contesto locale purtroppo - continua Marano - fino ad oggi nessuna politica locale, regionale o nazionale ha voluto considerare la proposta GREEN ​ della nostra associazione CAD Sociale, ovvero di Riconversione Industriale, l'unica proposta oggi credibile per salvaguardare ambiente, salute dei cittadini e posti di lavoro. La Pandemia Globale, il costo del petrolio, i continui contenziosi, sono tutti fattori che oggi potrebbero influire a ​ far scoppiare una "bomba sociale" a discapito dei lavoratori e soprattutto grazie alla miopia di questa classe dirigente che non ha saputo chiedere nel tempo "Un vero Piano strategico Nazionale Industriale" per Milazzo e per la Valle del Mela ma che si è sempre accontentata delle briciole. ”

La situazione è comunque conosciuta ai più, infatti aggiunge Marano “ in riferimento alla Raffineria di Milazzo che per quel che concerne i suoli che sono stati esaminati in dettaglio vi è la presenza di​ contaminanti quali idrocarburi leggeri e pesanti​​. Nel maggio del 2015 come presidente di una commissione d'inchiesta del comune di Milazzo, sono stato ascoltato in Prefettura dalla Commissione di Inchiesta bicamerale parlamentare sulle mancate bonifiche in Sicilia e sul sistema dei rifiuti ed è proprio in quella occasione che siamo venuti a conoscenza a firma dell'Ing. Laura D'Aprile della relazione che riguardava la grave contaminazione da Idrocarburi e metalli pesanti di alcuni suoli e falde acquifere del nostro sito SIN di interesse nazionale. Il sottoscritto le ha sempre considerate gravi "notizie di reato" ma la cosa ancor più grave è che a distanza di anni da parte dello Stato Italiano e della Regione Siciliana sulle bonifiche del nostro territorio siamo all'anno zero, sono iniziate solo le caratterizzazioni ovvero alcuni studi. Mai nessun sindaco sin dal 2006, data in cui Milazzo viene dichiarata zona SIN ha denunciato alla magistratura. Lascio a voi tutte le considerazioni del caso.” Ha concluso.

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