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Kazakistan: violenti proteste in tutta la nazione



Il Kazakistan sta vivendo ore drammatiche, tra scontri interni e l’ombra della guerra civile che avanza in tutta la nazione. Negli ultimi giorni si sono registrati durissimi scontri tra cittadini e forze dell’ordine che sono ricorse anche alla violenza per fermare i manifestanti scesi in piazza ad Almaty e Nur-Sultan. Il casus belli che ha dato il via alle durissime manifestazioni è stato l’aumento vertiginoso dei prezzi del gas. Nei giorni scorsi, la rabbia dei manifestanti si è riversata soprattutto nelle strade della capitale finanziaria Almaty; qui è stato incendiato il municipio e moltissimi agenti sono stati feriti. Come riportato dai media locali vi sono anche alcuni morti tra le forze dell’ordine, secondo i primi dati sarebbero addirittura 18; mentre, le vittime tra i manifestanti, definiti “criminali” dal Presidente Tokayev, sono più di 20 e 3000 sarebbero gli arrestati. In seguito agli scontri, il Presidente ha sciolto il governo nazionale e dichiarato lo Stato d’emergenza fino al 19 gennaio. Vista l’emergenza, la Russia e i paesi che fanno parte della Csto si sono mobilitati per inviare i propri soldati; una “forza di pace” che possa ripristinare l’ordine all’interno del paese. Tramite un comunicato stampa, Tokayev ha affermato che si sta lavorando per riportare calma in tutta la nazione, e che le forze dell’ordine sono all’opera per fermare tutti i rivoltosi. L’Europa, intanto, si è detta preoccupata per l’evolversi della situazione e, tramite Josep Borrell Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, si è detta pronta a fornire supporto per affrontare la crisi.



Credit foto: RaiNews

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