Messina, sostituito l'albero secco piantato in memoria del questore Palatucci

Esulta Nino Principato la cui indignazione aveva sollevato la questione e smosso un intervento di messa a dimora di un nuovo albero.

Una indolenza inaccettabile, a detta dell'architetto Antonello Principato, messinese attivo sul territorio cittadino e personaggio di spicco del panorama culturale locale. L'indolenza è quella di non curare e, quindi, lasciare seccare l'albero, piantato in ricordo del questore Giovanni Palatucci in una delle aiuole che ruotano tutt'intorno alla statua del Nettuno, di fronte il Palazzo della Prefettura di Messina.

Rimasta senza cure la pianta era inevitabilmente seccata. E, se quella natura morta era impossibile da accettare per chi - come Principato - riconosce al personaggio Palatucci, l'importanza simbolica di un eroismo senza limiti, altrettanto inevitabile è stato il moto di indignazione derivato.

Dopo la sua denuncia, resa pubblica dal suo stesso autore, risalente al 5 febbraio scorso, l'albero è adesso stato sostituito. Il "monumento naturalistico" è ritornato ad essere un elemento rigoglioso accanto al Nettuno, esattamente come il precedente arbusto poi lasciato morire.

Giovanni Palatucci, già Questore di Fiume, morì il 10 febbraio 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau (Germania), primo campo di concentramento nazista, aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa di Heinrich Himmler. Servì da modello per tutti gli altri campi di lavoro forzato e sterminio oltreché essere scuola d'omicidio delle SS.

Nel 1955, gli fu intitolata una foresta nei pressi di Gerusalemme e, nel 1990, lo Yad Vashem (ente nazionale per la memoria dell’olocausto) di Gerusalemme gli assegnò il titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Nel 1995, gli venne conferita la medaglia d’oro al valor civile.