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Molini Lo Presti, dopo l'aggiudicazione del progetto di recupero, la Famma si appoggia allo Studio UFO. Ma la gara non finisce

Si è ritenuto necessario avere il supporto specialistico dello Studio UFO, fatto di validi figure professionali esperte: dall'ingegneria all'art design per accompagnare il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione dei Molini Lo Presti, targato dall’imprenditore milazzese Arturo Formica, nonché titolare della Famma, vincitrice dell'appalto.


Il costruttore edile ha presentato assieme al figlio Antonio (in raggruppamento temporaneo di imprese), la proposta di ripristinare e imprimere nuova funzionalità ai Molini Lo Presti che la commissione della centrale unica di committenza “Tirreno ecosviluppo” ha selezionato come meritevole di accoglimento. La ditta si è appoggiata alla collaborazione specialistica dello studio Ufo di Pace del Mela e di un team di professionisti che ha curato i vari aspetti del progetto. La struttura operativa, nello specifico è composta dai  Claudio Lucchesi, Carmela Notaristefano, Maria Luisa Verzera, Gaetano Antonio Arrigo, Tiberino Romola, Nicola Mobilia, Letterio Giordano e Gianluca Mirenda, tutti professionisti che operano nella nostra provincia.


Ma cosa prevede nello specifico l’intervento che punta a distanza di ben 25 anni dall’acquisto da parte del Comune, a rivoluzionare il grande fabbricato di via dei Mille?


“L’idea di partenza del progetto è stata quella di mantenere il grande volume di coloro rosso che caratterizza tutto il complesso. Verrà restaurata la porzione di prospetti di pregio di via dei Mille, integrandola alla parte che sarà demolita e ricostruita. La facciata di via Giorgio Rizzo invece sarà di colore grigio chiaro”. Novità per quanto riguarda anche l’intervento prettamente edilizio. “Il nuovo volume edificato sarà pari a 21.672 metri cubi, nettamente inferiori a quello esistente di 83 mila metri cubi e si svilupperà longitudinalmente in parallelo a via dei Mille. La parte retrostante rimarrà libera e destinata a parcheggio. Il piano terrà diventerà uno spazio sociale, un’area aperta e coperta a doppia altezza, dove camminamenti e zone di sosta fluiscono attraverso le forme organiche dei volumi con destinazioni diverse: un hotel, un centro conferenze, un supermercato, un bar, uffici comunali.

Dalla reception dell’hotel si accede direttamente al livello superiore dove si trovano le camere. Una scala mobile posta al di là dei due grandi archi di ingresso di via Birago guiderà il visitatore a quota 9 metri. Questo livello, avente superficie coperta pari a 2975 mq ospiterà un centro commerciale, ristorante, centri di noleggio auto e il terminal marittimo con deposito bagagli, biglietterie e sale d’attesa; a questo livello un ponte sospeso collegherà il terminal marittimo alla zona imbarchi posta nell’area portuale di fronte. L’altezza massima raggiunta – si legge ancora – sarà di 17,20 metri con una terrazza che sarà un punto panoramico che permette di collegare visivamente il mare di levante con quello di ponente”.

Ma non finisce qui in materia di gara di appalto. L'impresa è divenuta promotore della fattibilità. Va chiarito che il progetto prescelto dovrà adesso, acquisiti i pareri di legge, essere messo in gara pubblica sempre da parte della Centrale di committenza, con una base pari all’offerta presentata dalla Famma per individuare l’impresa che dovrà eseguire i lavori.

 

 
 
 

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