Le vicende di campionato che vedono l'ACR Messina e l'FC Messina darsi battaglia per il primo posto in classifica non sono le sole ad alimentare le chiacchiere tra tifosi e amanti del calcio cittadini.
A tener banco c'è un'altra questione importante legata al nuovo stadio, tematica sulla quale non sono mancati pareri e idee contrastanti, ma pettegolezzi di ''tifosi'' a parte, proviamo a fare un po' di chiarezza.
Come riportato dalla Gazzetta del Sud, da parte del Comune di Messina non c'è alcuna volontà di mettere i ''bastoni fra le ruote'' alla costruzione del nuovo stadio, ma è necessario tutelare ad in ogni modo gli interessi pubblici.
In che modo questi interessi pubblici possono essere tutelati?
Con una valutazione da parte degli addetti ai lavori a 360 gradi sul piano economico finanziario presentato dal Gruppo Arena, le analisi da fare devono essere attente ed approfondite considerando che si sta concedendo un bene prezioso di proprietà del Comune, come il ''Franco Scoglio'' per ben 99 anni.
Le richieste di approfondimenti sono elencate in una relazione del Prof. Franco Vermiglio, che si divide principalmente in 8 parti in cui vengono considerati ''i risultati dei possibili rischi'':
1) Nel piano ci sono delle fonti di ricavo che non risultano controllabili da parte di chi richiede la concessione
2) I costi dell'intera operazione ''stadio'' vengono considerati molto elevati, e tutto ciò rende complicato l'analisi dell'andamento del progetto nel tempo.
3) La base del piano-economico finanziario per quanto riguarda investimenti-ricavi-costi sembrano essere concrete, l'unica componente a sollevare dubbi sono i costi relativi alla aree commerciali intorno allo stadio.
4) ''La dimensione finanziaria del modello presenta un modesto livello di intelligibilità e fornisce alcune informazioni non coerenti tra i documenti analizzati''
5) Il patrimonio dell'FC Messina e del gruppo Everywhere Srl sembrano essere sottodimensionate rispetto all'intenzionalità degli investimenti su cui ci si vuole muovere.
6) ''Il modello non consente la piena comprensione delle ipotesi sul costo di capitale''
7) ''Le ipotesi di prezzi costanti lungo la durata del piano sono irrealistiche in cagione della estensione della concessione a 99 anni''
8) ''L'amministrazione concedente dovrà ottenere ottenere adeguate garanzie fideiussorie per l'esecuzione del contratto, avuto riguardo al valore degli investimenti sulla durata della concessione''.
Negli ultimi giorni in merito all'argomento stadio si è espresso Stefano Di Giacomo, fondatore e proprietario dell'Alcotec società di costruzioni e progettazioni, fondata nel 2000 e che oggi vanta sedi in tutta Italia.
Di Giacomo crede fermamente nel nuovo stadio, sostenendo che non è un progetto basato su un azzardo ma che alla base ci sono intenzioni e fonti economiche concrete per la realizzazione di una struttura che rivitalizzerebbe la città di Messina, in particolare l'area di San Filippo ad oggi poco valorizzata, inoltre il nuovo stadio farebbe crescere il PIL di Messina creando nuovi posti di lavoro per i giovani.
L'FC Messina invece sostiene di aver esposto tutti gli aspetti su cui si sarebbero potuti celare dubbi già in sede di gara già vinta.
Santoro, amministratore dell'FC Messina, ha dichiarato alla Gazzetta del Sud che la società ha piena fiducia nel Comune e nel rispetto della legge, e automaticamente sperano di poter venire fuori da queste lunghe procedure burocratiche per poter finalmente realizzare il nuovo stadio.
Tra mille dubbi, incertezze e contestazione di alcuni tifosi, resta il fatto che il calcio messinese ha bisogno di nuova linfa e se il progetto nuovo stadio dovesse rispettare i parametri legislativi e ha solide basi economiche ben venga.
Considerando la povertà calcistica ed economica che da troppi anni è parte integrante del calcio peloritano, l'ultima cosa che serve a Messina e ai messinesi sono progetti poco solidi e tifosi che contestano la voglia di fare di personaggi che vogliono far prendere slancio alla piazza giallorossa.
Il calcio a Messina deve ripartire e merita di stare ad alti livelli, quindi perché non volere la costruzione di un nuovo impianto che sarebbe icona del calcio nazionale?
Piero Inferrera
Foto: FC Messina
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