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Maria Salomone

Qualità della vita 2021: male la Sicilia


La classifica, stilata da ItaliaOggi con l’Università “La Sapienza” di Roma e in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunge quest'anno alla ventitreesima edizione. Ne emerge un quadro in peius per alcune realtà cittadine italiane. La statistica descrive in generale la «buona» o «accettabile» qualità della vita in 63 province su 107 (3 in più del 2020).


Complessivamente sia il numero dei residenti che le percentuali sono in ribasso. Sintomo, questo, che qualcosa sta iniziando a girare. Sono, infatti, 22.255.000 i residenti in territori con una qualità della vita scarsa o addirittura insufficiente, a differenza di quanto emerso nella precedente edizione (2020), che descriveva una situazione svantaggiosa per 25 milioni 649 mila residenti. In termini percentuali, quest’anno la popolazione italiana interessata è del 37,4% a differenza dello scorso in cui ci si attestava al 42,5%.


Le siciliane. Salgono Ragusa (84° posto dal 100°), Trapani dal 95° al 92° e Agrigento, che prende il posto di Trapani e occupa la 95esima posizione in graduatoria (ex 105). Anche Enna sale: è 96esima, non più 102esima, guadagnando ben 6 posizioni. Precipita Messina: dalla posizione 90 della scorsa edizione, si colloca alla 98. Scendono Catania, che è 100esima in lista (era 92) e Caltanissetta, che si posiziona 101esima (era 97). Stabili Palermo (da 99 a 99) e Siracusa (104 a 104).


Obiettivo dello studio “incrementare il benessere (non solo economico) delle comunità locali; in secondo luogo, misurare e rendere di dominio pubblico il gap dell’azione politica e amministrativa, laddove tale gap può concretamente penalizzare la qualità della vita sia a livello individuale sia collettivo“.

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