L’Associazione artigiani, commercianti, imprenditori – C.l.a.a.i. di Brolo, con sede anche a Torregrotta, Messina e Milazzo sostiene che sono diverse le imprese ad essere a rischio fallimento a causa dei crediti fiscali incagliati. Per l’associazione, migliaia di imprese del settore delle costruzioni, idraulici, elettricisti, serramentisti e fornitori vari , rischierebbero la chiusura a causa dei “troppi crediti fiscali inesigibili”, derivanti dall’aver effettuato lavori nell’ambito delle riqualificazioni del patrimonio immobiliare.
La tesi è che molti lavori, effettuati con gli incentivi del superbonus110 e dai bonus in edilizia, oggi più di ieri, rischierebbero di fermarsi per il blocco del sistema della cessione dei crediti a causa della stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari, mettendo le imprese a dover gestire cantieri con prezzi dei materiali alle stelle, ma senza liquidità.
A gettare nell’incertezza gli operatori ci sarebbero ì continui cambiamenti delle regole in corso da parte del governo che hanno altresì reso estremamente “prudente e molto rigido”l’atteggiamento delle banche e degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti.
“ Molti intermediari finanziari - scrivono - hanno chiuso gli acquisti per raggiunta capacità fiscale. Risultato: le imprese non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi. A questa problematica si aggiunge la doccia fredda, con la quale il governo Draghi ha deciso che per Superbonus 110% non ci saranno né più proroghe né il rifinanziamento di esso”.
Ad auspicare urgentemente un rapido intervento legislativo volto a sanare la situazione pregressa relativa ai crediti fiscali dell’anno 2021 oltre e quelli del 2022, il Presidente di A.a.c.i m. – C.l.a.a.i., Fausto Ridolfo, che evidenzia tale situazione determinarsi perché le aziende hanno i cassetti fiscali pieni di crediti di imposta che non riescono a monetizzare, e che pertanto, a rischiare, la tenuta, moltissime imprese (c’è chi calcola che siano circa 30 mila) e in più, a preoccupare circa 27 miliardi di lavori contrattualizzati, di cui circa 13 miliardi sarebbero soggetti a criticità per mancanza di liquidità.
È scontato, ma va comunque detto che, una prima soluzione potrebbe essere ricercata secondo Ridolfi nella collaborazione tra le associazioni datoriali, Governo e parlamentari per creare, come dire, una strategia che possa salvare una misura che non è più una misura eccezionale ma che di fatto è diventata strutturale per il nostro Paese.
A ciò si aggiungerebbe che, comunque, le soluzioni da ricercare dovrebbero andare oltre l’ampliamento della platea dei cessionari, perché, bisognerebbe, sempre secondo Ridolfo, dare la possibilità di utilizzare anche per gli anni successivi la quota di credito d’imposta non fruita, creando una semplificazione delle procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione e attuando un’unificazione delle procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione con le piattaforme.
Il Presidente di A.a.c.i m – C.l.a.a.i., infine, auspica anche la riforma sui meccanismi urbanistici edili fermi agli anni ’50 e il superamento si, del pericolo delle truffe, ma attraverso un protocollo di intesa che preveda dei controlli sistematici nei cantieri utilizzando gli uffici tecnici comunali, la polizia municipale e le forze dell’ordine.
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