"Sara", la poesia omaggio alla memoria della studentessa vittima di femminicidio
- Maria Salomone
- 16 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 apr
Una poesia per dare voce al dolore, alla memoria, alla speranza.
S'intitola "Sara" ed è l'opera con cui la scrittrice Rosetta Saccone rende omaggio a Sara Campanella, la giovane studentessa uccisa a Messina da un collega di Università.
Il testo è un ritratto lirico e struggente e lì Sara è incarnazione della primavera: il suo viso è il sole, il suo abito un campo fiorito, ha una farfalla sulle spalle, ma l’armonia si interrompe bruscamente: irrompe la violenza, ha un volto, una lama, e lascia il corpo agonizzante di Sara sull’asfalto freddo.
L'autrice va oltre la cronaca del dolore con i suoi versi racconta la comunità che piange, che si raccoglie intorno ad una bara bianca, che vuole ricordare per reagire. E, ancora una volta, la farfalla che, questa volta, si alza in volo portando con sé l’anima di Sara, che finalmente lascia il volto della paura e si consegna alla luce.
La poesia è insieme omaggio, denuncia e speranza. Un invito a disarmare le parole, i gesti, i pensieri; invito a rifiutare la cultura del possesso e invito ad accogliere il valore del limite, del rispetto, del dialogo.
Anche dopo la notte più buia la primavera ritorna. E, con lei, anche il battito della vita.
Sara
Sei tu la Primavera,
il tuo viso è il sole, caldo e luminoso,
un campo di grano maturo
i tuoi capelli
che coprono le nude spalle.
Un abile pennello
ha dipinto il tuo vestito
con fiori di campo,
con il bianco candido delle margherite,
con il rosa acceso dei ciclamini,
con il verde tenue delle foglie e dell'erba.
E sulle tue spalle una farfalla
che, con le ali chiuse,
si mimetizza con il vestito
e sfiora i tuoi lunghi e lisci capelli.
E' immobile,
non riesce a volare.
Scende la sera
che cancella i colori
e tu sei nell'angolo di una grande terrazza,
con il viso colmo di gioia e di amore.
Ti fa compagnia
il mare scuro e increspato.
Ti fanno compagnia
le nere colline
punteggiate, a tratti, da luci bianche.
Ma la sera
non cancella i colori del tramonto
e dipinge nel Cielo
fasci di luci colorate
di rosso fuoco, di arancio, di giallo e di viola
che si fa sempre più oscuro.
L'anima ha tanti volti
e il volto della violenza
ti segue da tempo.
Il suo viso è oscuro,
la sua barba nera è incolta,
i suoi occhi sono neri, grandi,
sgranati e truci.
Ti trafigge con una lama
e fugge via,
lasciando il tuo corpo inerme
sul freddo e nero asfalto.
Piangono le mamme e i padri,
le sorelle e i fratelli.
Piangono le città.
La commozione cambia il volto dell'anima.
Ed ecco apparire
il volto dell'amore
in migliaia di persone
che attorniano una bara bianca,
mentre tanti palloncini
volano in alto nel Cielo.
Ed ecco apparire
il volto dell'amore
nei visi che affollano
il Teatro della nostra città,
al ricordo di Te
e di tante altre giovani donne,
legate dallo stesso crudele destino.
All'improvviso si sente
un labile battito d'ali.
E' la farfalla
che, dalle tue spalle, spiega le ali
e ti porta in alto nel Cielo.
Ora la tua anima
abbandona il volto della paura e del dolore.
Parla con il Cielo
e cede a Lui tutto il suo mondo
fatto di speranza, di sogni, di gioia, di amore.
Il Cielo,
che dalla violenza ha generato l'amore
aiuterà gli uomini
a disarmare le parole, i corpi e i cuori
ad accettare i "NO" della vita
a sostituire alle realtà virtuali
il dialogo e la Vita vera
in tutta la sua umanità.
E la Primavera
irrompe nella VITA
con i suoi colori e i suoi profumi
e i cuori ricominciano a battere.
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