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Bambina rapita nel Catanese: ritrovato il corpo senza vita.


Foto: Facebook


Si è conclusa in maniera tragica la vicenda di Elena Del Pozzo, la bambina di cinque anni di cui era stata denunciata la scomparsa nella giornata di Lunedi a Piano di Tremestieri a Catania.

In un primo momento la donna, madre della bambina aveva dichiarato che la piccola era stata sequestrata da tre uomini armati ed incappucciati che avevano aperto la portiera dell’auto portandola via.

Gli investigatori, sin dalle prime battute, avevano parlato di “sequestro anomalo”, escludendo che la piccola Elena fosse stata rapita al fine della richiesta di un riscatto, scartando anche l’ipotesi di un sequestro riconducibile alla criminalità organizzata.


Ieri la Procura di Catania aveva autorizzato la diffusione di due foto di Elena che la ritraevano in un'immagine con una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli e nell’altra sorridente, con una tuta e un biglietto con scritto:" Auguri mamma”.

Il quadro della situazione si è fatto più chiaro quando si sono conosciute le dinamiche familiari, intrise di dissidi, tanto che i genitori vivrebbero in case diverse. Il padre, già conosciuto alle forze dell’ordine, in quanto nel passato era stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti, e indagato per rapina da cui poi era stato assolto.


Il sindaco di Mascalucia, si era messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile e i volontari, ma era stato avvisato dagli agenti che pensavano non si trattasse di smarrimento o di fuga, ma probabilmente di vicende nell’ambito familiare.

I militari che seguono le indagini, hanno più volte analizzato la ricostruzione fatta dalla madre, e durante la notte sono proseguite la raccolta delle prove, le successive verifiche , e le ricerche della bambina. Ascoltati, oltre ai genitori, anche gli zii e alcuni nonni della bimba.


Secondo quanto emerso, dopo le pressioni esercitate dagli inquirenti, stamattina la madre di Elena, durante un sopralluogo da parte della polizia scientifica nella casa di Mascalucia nella quale vivevano, sarebbe scoppiata in lacrime, e avrebbe confessato di aver inventato il rapimento e aver commesso il delitto, indicando il luogo dove aveva nascosto il corpicino della figlia.

Il ritrovamento è stato confermato dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.

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