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Comparto turistico siciliano, i lavoratori chiedono soluzioni con l’ampliamento dei mesi d’impiego



La politica regionale siciliana continua a ignorare la situazione odierna in cui giace il comparto turistico che, in maniera diffusa del messinese, da diversi mesi, cerca di cogliere l’attenzione politica per la risoluzione dei problemi causati dalla staticità nella programmazione che potrebbe determinare negli effetti una fuga dei lavoratori all’estero o in altri settori. “È vergognoso che una regione che vive di turismo abbia abbandonato i propri lavoratori” dichiara il sindacalista Pancrazio Di Leo, il cui sindacato è in attesa di soluzioni nel minor tempo possibile per programmare il comparto turistico, considerato che taluni lavoratori, anche dediti all’accoglienza, se non avranno certezze occupazionali saranno costretti a portare la propria manodopera all’estero.

Quanto sia applicato nella sua interezza il contratto nazionale è la questione che attanaglia i lavoratori, soprattutto appartenenti alla ristorazione collettiva e ai pubblici esercizi i cui prospetti paga non risulterebbero corrispondere al CCNL sottoscritto dalle associazioni maggiormente rappresentative e alla contrattazione di 2° livello nella parte economica e da cui si chiede, considerate le possibilità occupazionali, l’intervento di controlli da parte dell’INPS e dell’Ispettorato del lavoro per adeguate soluzioni. Da un’analisi sul comparto, il sindacato Fiscascat CISL, rileva circa 16.000 lavoratori della complessiva macchina turistica, trovarsi in difficoltà perché inoltre si prospetterebbe una riduzione della Naspi e un possibile ritorno ai voucher creando precariato perchè una parte di lavoratori, assunti per pochi mesi chiedono di avere la possibilità di un lavoro continuativo e non sussidi perché attraverso l’ampliamento dei mesi di impiego si arriverebbe a soluzioni per migliorare e sopperire alle mancanze strutturali e prolungare la stagione siciliana degli arrivi con iniziative culturali, di promozione e di intrattenimento che potrebbero attirare l’interesse turistico.

Dopo due anni di crisi causati dalla pandemia e il subentro della guerra in Ucraina, è umiliante da un lato pensare di poter tornare alla normalità e da vicino invece guardare come anche nella zona tirrenica e precisamente nelle Isole Eolie ci sia un malcontento generalizzato dei lavoratori del turismo. Nell’isola di Lipari hanno simbolicamente ricordato un primo Maggio provocatorio con l’affissione di manifesti gialli con la scritta “Cercasi schiavo per la stagione estiva”. Attendono altresì, ancora risposta dall’ultima missiva di fine marzo, partita da Taormina, i cosiddetti dimenticati del comparto turistico siciliano che rinnovano la richiesta di intervento al presidente della regione Nello Musumeci e degli assessori regionali, Manlio Messina ed Antonio Scavone. È troppo il silenzio considerato che la stagione turistica si è avviata, i fondi promessi a sostegno del comparto non sono arrivati e il presidente di Federalberghi Bernabó Bocca, dall’Assemblea dell’associazione di Parma vede positivamente la ripresa turistica in Italia con il ritorno, a seguito dell’allentamento delle restrizioni pandemiche, del turismo straniero oltre che del turista italiano stesso che resta in Italia. Sulla stella riga, dal Governo centrale il ministro Garavaglia che nelle dichiarazioni dall’assemblea della Lega lascia intravedere di voler rivedere la Naspi e il reddito di cittadinanza. Quest’ultimo potrebbe essere ridotto del 50% purché i lavoratori vadano a lavorare. (Nella foto manifestazione Fisascat di qualche anno fa tenutasi a Palermo)

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