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Giallo a Padova- una morte strana-

Mi ha molto colpito, e ha colpito molto l'opinione pubblica, che, in queste ore, anche attraverso i social, ha voluto manifestare il proprio choc emotivo per la morte di un giovane, studente universitario, di soli 23 anni.

Il giovane è precipitato dall'11° piano di un Palazzo del centro Patavino.

Dai resoconti di stampa, e dalle prime indiscrezioni, si tratterebbe di un suicidio, avendo lasciato, lo stesso giovane, quella che, ictu oculi, sembrerebbe una "lettera di addio".

Addolorato e triste per la perdita di una giovane vita, prossimo alla laurea triennale, con la tesi già pronta, di cui ha voluto informare i suoi genitori, mi assale, ( insieme a tutta la comunità locale), in queste ore, una forte angoscia per il futuro dei nostri giovani, e, una serie di interrogativi, a cui, spero, vengano date dagli inquirenti pronte risposte, che, immagino, apriranno una apposita indagine.

Il giovane, di origini Russe, ma residente in un Paesino del Vicentino, frequentava il nostro Ateneo, e, mancandogli due sole materie e la tesi ( già pronta), presto si sarebbe laureato, con gioia dei suoi genitori e amici, e felicità e soddisfazione sua personale, per il prestigioso risultato che, fra qualche mese avrebbe certamente raggiunto.

Premesso che la generazione Z, oltre ad essere più avanti di quella boomers, rappresentata da tutti noi, nativi analogici, ormai negli anta, come me, e maggiormente brillante della nostra, in termini di "saperi" e competenze digitali, vero motore della Società odierna, ha comunque, insita internamente, una forte fragilità, accompagnata da intensa emotività ed insicurezza, dovute, in parte agli effetti perniciosi del Covid, dall'uso compulsivo degli strumenti digitali, e da molte altre problematiche tipiche dei nostri tempi, questo caso pone davvero alcuni interrogativi, avvolgendolo in parte in un mistero.

E sarà, anche, per colpa del mio amore per la scrittura, (anche del genere giallo e noir), avendo pubblicato alcuni Racconti di questo tipo, oltre che per le speranze che da sempre ripongo nei giovani, attori futuri dei nuovi scenari sociali e politici del "nuovo Mondo", che questo triste episodio, mi induce a interrogarmi su alcuni elementi, a cominciare, da quello che, ormai da tempo, si manifesta come fenomeno del bullismo, fenomeno di cui il giovane, in passato, sarebbe stato vittima, come pare sia riportato nella sua lettera di addio, riferendosi ad uno ipotetico stalker ( atti persecutori - art. 612 bis del c.p.).

Fenomeno, quello del bullismo, che una Sentenza della Cassazione del Giugno 2017, in un caso a lei sottoposto, ha stabilito poter essere equiparato allo stalking.

L'Interessante pronuncia, (esemplificando), potrebbe dunque far assurgere il bullismo ad atto prodromico o equiparato allo stalking.

Un precedente, questo, che sanziona, per la prima volta, le attività di bullismo in maniera molto grave.

Dunque occorre che sul bullismo, e, le sue dannose conseguenze, che tanti danni sta provocando, fra i giovani e nel mondo della scuola, ci si debba interrogare tutti, sia sulle responsabilità sociali, che sui rimedi efficaci da adottare.

Fenomeni e motivi che certamente Mario Ricci e Franco Esposito, rispettivamente P.M. e Detective, protagonisti di uno dei miei racconti gialli, si accingerebbero a indagare a fondo.

Credo infatti che loro scaverebbero, ad esempio, su alcuni elementi che in questi giorni emergono dai resoconti giornalistici.

Elementi dunque che, al momento, lascerebbero perplessi anche i due immaginari inquirenti:

  • il giovane si stava per laureare, doveva quindi essere soddisfatto della propria carriera universitaria svolta finora, per la quale aveva ringraziato i suoi genitori e lo stesso Ateneo, allora perché buttarsi dal grattacielo?

  • Chi è lo stalker di cui parla nella lettera lasciata e sul suo profilo social, e che sembra conoscesse dai tempi della scuola? e di quale scuola, Primaria o quella Secondaria?

  • Cosa ha fatto, e chi ha incontrato ( se lo ha fatto), in quelle due ore, al mattino, intercorse fra la visita all'Università e il momento dell'ingresso nel grattacielo, e il suo precipitare dall'11° piano?

    Ecco, è su questo e su altro ancora, di cui non si conoscono altri dettagli, che ora Frank Esposito, indagherebbe, disegnando lo scenario su cui si sono svolti i fatti, cercando di scoprire la verità.

    Verità che dobbiamo alla famiglia innanzitutto, ma anche agli amici, alle persone che lo hanno conosciuto, apprezzato, probabilmente amato.

    Verità che dobbiamo anche alla nostra comunità, a tutti i genitori ( potrebbero essere nostri figli), che continua ad assistere, con strazio, ormai, a molti casi di giovani vite spezzate.

    Vite preziose, indispensabili per rinnovare e migliorare il destino di una Società, come la nostra, complessa e disarmonica, piena di ostacoli, ma anche di possibili meravigliosi traguardi personali e collettivi, in grado di far apprezzare il bene supremo, del dono più grande che ci è stato dato, che non può, e, non deve essere spezzato.

    Ecco perché non solo Ricci ed Esposito dovrebbero interrogarsi, ma tutti noi, perché queste giovani vite non ci lascino mai, non ci lascino più.

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