GIOCO D'AZZARDO E PROSTITUZIONE - DIATRIBA TRA PADRE BASILE E TRISCHITTA

“Qualcuno sottolinea che il mio intervento effettuato lo scorso 2 dicembre durante lo svolgimento della Commissione Servizi Sociali sarebbe stato infelice e non attinente ai problemi della prostituzione minorile e del gioco d'azzardo che erano stati trattati da Padre Nino Basile, direttore della Caritas di Messina. Questo perché ho sostenuto che anche la Chiesa, per aiutare i minori disagiati e i poveri, deve fare la sua parte vendendo, come ha detto Papa Francesco, i beni immobili non utilizzati di sua proprietà”. Questa la dichiarazione del consigliere comunale di Messina Pippo Trischitta che risponde al responsabile della Caritas ed afferma “di essere un cattolico praticante però di avere una posizione obiettiva”. In quell’occasione, è stato affrontato un duplice problema anche con il giudice onorario Angelo Costantino che ha trattato, insieme agli altri relatori, gli argomenti della prostituzione minorile, del gioco d'azzardo e delle famiglie in crisi.

‘Nella logica della Commissione che senso voi date a questi tipi di appuntamenti - continua Padre Basile - . Sono stato invitato in Commissione lo scorso marzo e mi sarebbe piaciuto avere anche un riscontro degli esiti della Commissione. Ho una preoccupazione e nessuno me ne voglia di quello che sto dicendo. Non sono un politico, anche se gradisco interessarmi di politica ma lo faccio da cittadino e anche da responsabile di un ambito. Il tema su cui ho dovuto discutere è stato il disagio giovanile e la dispersione scolastica. Intervenire sulle cause, trovare insieme delle soluzioni o degli interventi possibili per arginare la causa, perché è bello sentire delle cose che si fanno ma quali sono le azioni in atto che compiamo?”.

“Tante cose si potrebbero fare con i beni della Chiesa, con tutti gli immobili di cui l’Arcivescovado ha la disponibilità. Anche voi potreste fare la vostra parte - spiega Trischitta, non solo con i soldi della Caritas che arrivano dai contribuenti italiani. Il consigliere sostiene che “l’alternativa sarebbe a volte vendere dei beni che non servono a niente e destinarli a progetti utili. Non è possibile che si dica voi non fate, rivolgendosi ai componenti della Commissione, quando la Chiesa possiede decine e decine di immobili”.