Il “Bar Toletti” apre i battenti per una sera anche a Milazzo
- M.I.
- 28 giu
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 30 giu

Ieri 27 giugno, nell’atrio del Carmine, si è svolto il secondo evento del Milazzo CULT(ural) Festival, organizzato in collaborazione con la Proloco Milazzo, l’associazione DEMEA e il Bookstore Mondadori.
Ospite della serata, “il giornalista sportivo coi Baffi” più conosciuto d’Italia, Marino Bartoletti.
Bartoletti, classe 1949, ha alle sue spalle una lunga e florida carriera come giornalista, direttore di importanti testate tra cui il Guerin Sportivo (dal 1912 ad oggi, la rivista sportiva più longeva al mondo), di ideatore e conduttore dei più famosi programmi della Tv Italiana quali “Pressing” e “Quelli che il calcio” e di scrittore di fortunate serie di libri come “La squadra dei sogni”, “Bar Toletti” e la celeberrima serie sugli “Dei”, con capofila “La Cena degli Dei” del 2022.
Ma come nasce questa sua passione per il giornalismo sportivo? Ebbene –come racconta lo stesso Bartoletti –tutto ebbe inizio quel dì del 1960, quando, all’età di undici anni guardando in Tv le Olimpiadi che si svolgevano a Roma, vide l’atleta Abebe Bikila, partecipare alla maratona a piedi di scalzi e vincerla. Ne fu talmente colpito che un sentimento di ammirazione e “maraviglia” lo colse e si chiese come poter descrivere tanta bellezza così che altri potessero apprezzarla e gioirne come era accaduto a lui. «Quelle Olimpiadi furono un evento straordinario non solo a livello sportivo ma furono l’EVENTO appunto per cui tutti il mondo tornò ad innamorarsi dell’Italia, dopo che l’aveva guardata con un po’ di diffidenza per tutti i decenni del dopoguerra… L’Italia fu bravissima –ricorda Bartoletti – vincemmo tante medaglie e Roma si fece vedere in tutta la sua incredibile bellezza e ci venne perdonato tutto.. E cominciarono, neanche a farlo a posta, i “famosi anni” ‘60».
Oltre lo sport, l’altra grande passione di Marino Bartoletti è la Musica; sono queste passioni nate «da adolescente. Appartengo ad una generazione che ha avuto molta fortuna perché ha visto rifiorire l’Italia, nello Sport e nella Musica, in anni di indubbiamente grande fertilità, di grande speranza e quindi alla fine, una è diventata la mia “Trave Professionale”, l’altra è stata sotto traccia per tanti anni fino a che, dopo averlo ideato, condussi insieme a Fabio Fazio “Quelli che il Calcio”… si “capiva” che ero molto appassionato di musica, si “capiva” che molti cantanti li chiamavo solamente per avere finalmente il piacere di conoscerli!! Quest’anno quando è uscito l’Almanacco del Festival di Sanremo, per il suo Settantacinquesimo anniversario, l’hanno fatto fare a “un povero giornalista sportivo”» dice, ridendo sotto i baffi, Bartoletti.
Marino Bartoletti è una persona molto erudita ed è per questo che seguendo le orme del suo mentore, il grande giornalista Gianni Brera, direttore storico del Guerin Sportivo, ha sempre cercato di mettere al primo posto l’amore e la divulgazione della conoscenza in ogni articolo, progetto, libro, trasmissione che ha ideato, creato e portato avanti: un esempio fra tutti è “Quelli che il Calcio”, programma televisivo il cui merito è stato quello di coniugare “la leggerezza, la simpatia, l’intelligenza e la cultura” al mondo sportivo, cosicché veniva seguito, non solo dagli appassionati di calcio ma «anche, se non soprattutto, da chi mai avrebbe pensato di guardare ed entusiasmarsi ad una trasmissione di matrice sportiva».
Questa commistione di “generi” si ritrova anche nei suoi libri, primi fra tutti la saga degli “Dei”: ma chi sono questi Dei? Sono i Miti della musica, dello sport, dello spettacolo del passato italiano e non solo, come Raffaella Carrà, Maradona, Luciano Pavarotti, Marco Pantani, Tazio Nuvolari, Francesco Baracca, Lucio Dalla, Lady Diana, Marco Simoncelli, Ayrton Senna, Maria Callas, Fabrizio Frizzi e tantissimi altri.
L’idea della Cena degli Dei (capofila della saga nonché vincitore della Selezione Bancarella 2021) viene “alla luce” da un desiderio, una riflessione di Bartoletti: «Non è possibile che tutto finisca, il giorno che sembra che tutto finisca – dice Bartoletti - non è possibile che i nostri Eroi, i nostri Miti, ma anche ovviamente, i nostri Cari, non abbiano un luogo in cui ritrovarsi.. dove possano continuare a fare quello che facevano quando erano tra di noi». Nasce così la figura del Grande Vecchio ovvero Enzo Ferrari che riunisce questi personaggi intorno a sé, perché li vuole “rivedere” o “conoscere per la prima volta” fornendo così l’escamotage a Bartoletti per raccontare attraverso i suoi occhi e ricordi queste figure iconiche del passato.
Dopo verranno “il Ritorno degli Dei”, in memoria di Maradona e Paolo Rossi che erano morti rispettivamente, Sette giorni prima, uno e Sette giorni dopo, l’altro l’uscita de “La Cena degli Dei” ovvero, il 2 dicembre del 2020. Segue “la Discesa degli Dei”: raccolta di Sei racconti dove questi Miti, Dei, scendono sulla Terra per aiutare dei ragazzi, che si ispirano a loro, realizzare i loro sogni. La partita degli Dei, invece, ha per protagonisti grandi calciatori come Pelè e Gianluca Vialli (a quest’ultimo è appunto dedicato il libro).
Ultimo libro è “Il Festival degli Dei” dove, sullo sfondo della Celeberrima “Scala”, le più grandi Icone della Musica Italiana passata, si mettono in gioco un ennesima volta e partecipano al “Festival” della loro vita.
Ma cosa rende speciali i suoi libri? Il fatto che Bartoletti ha conosciuto molti di queste Icone del mondo dello spettacolo e dello Sport; ha fatto parte della loro vita, ne è diventato amico, ha partecipato ai loro momenti più veri, felici ma anche più fragili. E in luce di ciò, deliberatamente in contrasto con quello che essi furono, nel bene o nel male, considerati in vita, che Bartoletti, in questo “ Luogo”, “Paradiso immaginario” in cui ha li riuniti, come un moderno Virgilio (se mai il Sommo Vate avesse concesso a Virgilio di varcarne le soglie) ci guida e ce li presenta nel loro aspetto più “umano” e sincero, donando loro, a volte anche, un momento di riscatto sull'amarezze passate e riabilitazione del loro nome e valore.
Per la presentazione del Festival degli Dei, il Bartoletti ed il procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti, che per una sera, smesso i panni di magistrato, ha indossato quelli di presentatore, hanno imbandito un "convivio" ricco di aneddoti e rimembranze: convivio, sì, perché si ha proprio l’impressione di partecipare ad una piacevole discussione tra “quattro amici al Bar”, che chiacchierano e commentano ricordi comuni del passato, piccole facezie, inedite chicche: di come, ad esempio, il Festival di Viareggio divenne poi il famoso Festival di Sanremo oppure di come Lucio Dalla scrisse un articolo per la Terza di pagina, dell’allora giornalino che Bartoletti aveva fondato incentrato sulla pallacanestro chiamato “Pressing” (guarda caso!), dove il Dalla lamentava che il mondo era ingiusto nei suoi confronti perché nonostante il suo incredibile “talento” nella pallacanestro, nessuno gli attribuiva il giusto credito e quindi, ahimè, avesse dovuto rinunciare ai suoi sogni di gloria e accontentarsi di fare il Cantante.
Così, tra letture di estratti del "Festival degli Dei" e curiosi aneddoti, l'atmosfera dell'Atrio del Carmine muta e si colora della varie sfumature e, a volte, ignote sfaccettature delle personalità di questi Miti del passato.
Miti come Luigi Tenco, Lucio Battisti, Mia Martini, Mike Buongiorno prendono vita di fronte agli occhi degli ascoltatori che, rapiti, incantati dai tali rimembranze dei due “mattatori” percepiscono i grandi sentimenti di rispetto, ammirazione ed affetto che legavano Bartoletti a queste Figure Iconiche e che gli hanno permesso di dare vita ad un inusuale ed incredibile Saga.
Tante e tante altre ancora sarebbero state le curiosità ed amenità che si sarebbe voluto ascoltare dalla calma, profonda e coinvolgente voce del Bartoletti, ma purtroppo anche su quella piacevole serata è dovuto “calare il sipario”… questo però non ci ha potuto esimere dal porre un’ultima domanda… “E dell’autotune che cosa ne pensa?”… Il Bartoletti che stava autografando le copie dei suoi entusiasti lettori, alza lo sguardo e, con voce bonaria, sorridendo sotto il “famoso” baffo, risponde: «al Festival degli Dei non sarebbe ammesso!».
Che siano “Dei” o essere umani, tutti possono cadere nell’errore e nel rimpianto di essi. Ecco quindi che essere ricordati ed apprezzati per ciò che di buono si è fatto, diventa uno dei gesti più cortesi e preziosi che si possa rivolgere: soprattutto se grazie a questi, la memoria che si lascia dietro di sé, assume una nuova luce, più calda, più vera e sincera.
"O somma luce che tanto ti levi (O somma luce che ti elevi così tanto
[…] fa la lingua mia tanto possente, […] rendi il mio parlare così potente,
ch’una favilla sol de la tua gloria che anche solo una minima parte della tua gloria,
possa lasciare a la futura gente; sia in grado di lasciare ai posteri;
ché, per tornare alquanto a mia memoria perché, se potrò ricordare
e per sonare un poco in questi versi, ed esprimere almeno un poco in questi versi,
più si conceperà di tua vittoria." sarà più facile intendere la tua grandezza.)
(Dante Alighieri, Canto XXXIII)






































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