top of page

Università di Messina, Michele Limosani ufficializza la candidatura al Rettorato

“Io, unico in discontinuità con l’Amministrazione uscente”. Sono le parole di Michele Limosani, candidato alla carica di Rettore dell'università di Messina dopo l'abdicazione di Cuzzocrea. A contendersi la carica, oltre a Limosani, anche i professori Giovanna Spatari e Giovanni Moschella. Chi verrà eletto rimarrà in carica dal 2023 al 2029.


"Care e cari tutti –, annuncia Limosani - ho formalizzato la mia candidatura alla carica di Rettore dell’Università degli Studi di Messina per il sessennio 2023-2029. Sono consapevole della responsabilità che intendo assumere, chiamato – da primus inter pares – ad essere interprete e custode di un progetto elaborato da diverse autorevoli sensibilità, esperienze, competenze".


"Ho raccolto – ha proseguito il candidato - sollecitazioni, idee, indicazioni emerse dai vari settori, dai comparti amministrativi, dai sindacati, dalle associazioni e dai rappresentanti degli studenti. Ho fatto tesoro della ricchezza di opinioni e contributi di pensiero, che ho provato a raccogliere nel mio programma. Il momento è di straordinaria delicatezza - fa presente Limosani - Non è possibile rimuovere questo dato di fatto per depositarlo sotto i tappeti. Non si parte da “ciò che vi è di buono”, ma da ciò che anche di positivo è stato appannato da quella mancanza di apertura al confronto, di terzietà, di buon senso, di equilibrio. Ci troviamo lì dove non avremmo dovuto essere, se solo fossero stati accolti la critica e il dissenso espresso in Senato Accademico sulle questioni nodali. Ci troviamo laddove sottovalutazione – o, peggio, silenzio – ha consentito una caduta di immagine, di reputazione e di credibilità. Abbiamo assistito in questi anni a continui atteggiamenti di supponenza e arroganza. Abbiamo ascoltato affermazioni in Senato circa l’irrilevanza delle analisi costi benefici per decidere sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Con amarezza abbiamo rilevato la poca trasparenza nelle decisioni di assegnazione delle posizioni concorsuali e provato imbarazzo dinnanzi a dichiarazioni non sempre rispondenti al vero. Abbiamo registrato l’indifferenza sulle dichiarazioni dell'Anac circa la irregolarità e illegittimità di procedure di gara nella assegnazione degli appalti. Tutti segnali di un modus operandi e di una politica gestionale caratterizzata dalla mancanza di confronto, destinata a portare la comunità accademica verso un vicolo cieco".

bottom of page