top of page

“Il Pastaio Matto”– Terruso è chef ufficiale al Festival del Cinema Italiano. Dall’amore per i maccaruna della nonna a cooking star del web


“A 5 -6 anni, stavo in cucina con mia nonna Nina a preparare i ‘Maccaruna’. Non giocavo in strada come gli altri bimbi però mi piaceva guardare ed aiutare nonna Nina che impastava la farina ed io la aiutavo mentre ascoltavo i cunti di nonno Pippino che era carrettiere. La mia prima scuola di vita è stata la taverna di Salita Valenza avviata nel Dopoguerra al centro di Monreale dai miei nonni, dove ho il ricordo di tutti i clienti che venivano ad assaggiare questi ‘Maccarruna’ con melanzane e ricotta salata. A 18 anni, partendo dalla famosa Rinascente, mi chiamavano a destra e a manca.

Quando si rivolgono a me con il titolo di chef, lo accetto come un complimento che porto a casa con affetto ma mi inserisco con umiltà nella categoria di coloro che cucinano per passione e ne fanno una professione, senza stelle, stellette e gradi”. Così, lo chef di Monreale Salvo Terruso, conosciuto come “Il Pastaio Matto” (appellativo della propria attività) per le sue dirette Social che parlano ai suoi “picciutteddi followers” di gastronomia e in particolar modo di pasta a tutto spiano, terrà la scena per il secondo anno al Festival del Cinema Italiano ma quest’anno come protagonista dell’Area Ospitalità e Banchetto nel periodo tra il 2 e il 6 luglio, nella località turistica di Patti.

L’anno scorso, nella stessa manifestazione che si è svolta a giugno e a Milazzo, Terruso era nella autorevole funzione di Brand Ambassador per la Pasta Vescera, con cui ha dato sfogo alla sua bravura ed esuberanza rappresentando quel marchio di pasta all’interno di Cooking show, ovviamente realizzando le sue specialità condite con straordinarie materie prime messe a disposizione per questo evento: una su tutte annoveriamo la produzione casearia dell’Azienda Agricola Buemi, con la sua responsabile Titti Buemi, che ha fatto provare i suoi tipici Pecorino e Ricotta di pecora. Con queste sue prelibatezze, l’impresa di Novara di Sicilia ha vinto anche il “Best in Sicily 2024” come “Miglior Pastificio”, curato dalla testata giornalistica di settore “Cronache di Gusto”.




Il Pastaio Matto ci tiene moltissimo agli ingredienti perché il risultato di ogni sua pietanza gravita innanzitutto intorno alla loro scelta che deve essere di ottimo livello qualitativo. Collabora con Ted Formazione per istruire nuovi giovani nell’arte della pasta e dei grani antichi, con i Comuni e con la Regione. Partecipa a tante manifestazioni di prestigio internazionale come lo scorso anno al “Summer Fancy Food Show” di New York, dove è stato inviato per una Web TV nell’area della Regione Siciliana effettuando varie gag insieme ad altri personaggi, ancora all’Expo Cook alla Fiera del Mediterraneo a Palermo per due anni di fila 2023 – ‘24, alla rassegna catanese sull’Agroalimentare “Mediterraria” e al “Divina Experience”, sempre con il suo timbro di fabbrica “Il Pastaio Matto”.

Chef Terruso (anche se si definisce più un cuciniere) è nato per avere a che a fare con i suoi utenti e con l’universo dei fornelli. Negli anni Ottanta l’esperienza della taverna dei suoi nonni si conclude con la chiusura. “E’ stato un tracollo a quel tempo per me – ci racconta il professionista “Peter Pan”, cresciuto a suon di Maccaruna - e ci sono rimasto male perché ci vedevo il mio futuro.

Non ho mai frequentato studi alberghieri ma sapevo che la cucina fosse il mio mestiere su cui insistere. Ho conseguito il Diploma di Odontotecnico mentre mia madre voleva che entrassi nel settore moda perché faceva la sarta. E’ vero che qui ho intrapreso la strada del disegno sartoriale che poi ho trasferito nei modelli del Visual Merchandising. In concomitanza, mi occupavo di consulenze per ristoranti e locali, aziende di vini e di conserve”.

“Negli anni Novanta – Duemila, non c’era la parola chef e neanche il cuoco a domicilio - commenta l’artista dei primi piatti -. Io mi sento un cuciniere e mi sono formato nella taverna, seguo la tradizione e il tutto per me è in divenire. Un po’ pi



ù come Peppe Giuffrè del Trapanese. Mi sono ritrovato a collaborare con chef stellati”. Ed ecco la bomba sganciata apposta per noi. “Entro l’anno, aprirò un mio locale. Il Pastaio Matto vorrebbe estendersi a Roma e Milano con un nesso, un filo conduttore di impostazione palermitana e tradizione siciliana con la pasta fresca”.

Certamente, da Star del Web continuerà il suo percorso promozionale affiancato dalla sua agenzia di comunicazione e marketing.

Chef Terruso ci ha anche deliziato, di recente, facendoci assaggiare una “Carbonara di mood siciliano” durante il “Carbonara Day”, in cui il condimento ma anche la materia prima “pasta” pescano nella storia dell’Isola. In un batter d’occhio, ha riunito più province calorose dagli aromi e sapori distintivi in un unico piatto: a partire dal genere di pasta, il cuciniere si è affidato alla busiata trapanese ”homemade” o altra pasta fresca di grano purché non abbia l’uovo, al Guanciale di Maialino Nero dei Nebrodi (per la sua speziatura differente e più gustosa che in altre regioni d’Italia tipiche per questo piatto: vedi Lazio e Sardegna), provenienza peloritana ovvero Sant’Angelo di Brolo (rinomato per un eccellente salame), pecorino da reperire alternativamente da Monreale, nell’area di Ragusa o di Messina per arricchire la cremina della Carbonara e fornire una marcia in più anche all’uovo che si rapprende come una frittatina. Lo scopo è fare “appighiare” l’uovo che diventa denso e pastoso, come ci piace apprezzare in una Carbonara.

Ma in qualunque primo piatto (dalla Cacio e Pepe alle cozze e vongole), ci imbattiamo firmato da Terruso, sappiamo che sarà uno show per i sensi.

bottom of page