Mentre confida dal Governo l’estensione della deroga già prevista per le isole minori, Cateno De Luca, dopo le due ordinanze di Sicilia e Calabria e il silenzio del presidente della sardegna Christian Solinas nonostante sollecitato dai parlamentari sardi che ieri si sono visti dichiarare il loro ricorso inammissibile dalla Corte Costituzionale, fa una nota di anticipazione dei sui programmi politici. Premettendo che non è stato affatto semplice lavorare a causa dei consiglieri comunali che non hanno reso le cose facili, De Luca nelle prossime elezioni comunali (dopo circa tre mesi di commissariamento dal 7 febbraio, orientativamente fine maggio) si ricandiderà capolista per fare il Presidente del Consiglio comunale, un ruolo che, sempre se i messinesi lo vorranno fare tornare a Palazzo Zanca, gli consentirà di candidarsi a Presidente della regione siciliana, perché da Sindaco non può candidarsi a Governatore perché la legge non lo permette.
“ Il mio obiettivo è diventare Sindaco della Sicilia, di questa Sicilia per tutelare i diritti dei siciliani, ma comunque da Messina non vado via. - Afferma De Luca- Alle prossime elezioni mi ricandiderò anche a Messina, ovviamente il popolo è sovrano, e se i messinesi decideranno così la città avrà un sindaco o una sindaca scelto all’interno della mia Giunta. Una carica importante - continua De Luca” che mi permetterà di potere revisionare l’inaccettabile attuale Regolamento comunale che ha consentito in questi anni, agli attuali consiglieri, di rallentare e boicottare la nostra azione amministrativa grazie al voto di astensione, strumento che è stato ripetutamente utilizzato, nonostante gli attuali rappresentanti del Consiglio comunale, avevano assunto con il sottoscritto l’impegno ad ottobre del 2018 di apportare modifiche, perché concordi che il voto di astensione secondo l’attuale regolamento consente a quei consiglieri che non hanno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità di astenersi per non votare contro. Ciò perché l’attuale regolamento equipara l’astensione al voto contrario”.
Fatte queste precisazioni tecniche, per Cateno De Luca, dalla Sicilia e prima da Messina e dopo l’occupazione pacifica dello Stretto, può partire finalmente quel movimento meridionalista che “sappia fare le barricate nei confronti di uno Stato che continua a ignorarci.“
“ I messinesi, a maggio, e i siciliani poi il 6 novembre 2022 voteranno per il Governatore della Sicilia, e a seguire a marzo del 2023 si voterà per il rinnovo del Parlamento nazionale, e proprio dalla Sicilia - afferma De Luca- deve partire questa spinta meridionalista, se sta bene il Meridione sta bene tutta l’Italia. La Sicilia non ha bisogno di carità, ma di giustizia, dobbiamo abbattere tutte quelle cause che per anni hanno determinano di essere considerati in uno status di inferiorità. Non prevedere una deroga per la Sicilia e la Calabria in una fase di emergenza sanitaria bloccando l’attraversamento dello Stretto dei siciliani, calabresi e di coloro che erano in transito è stato l’esempio eclatante del suddetto status”.
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