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"La Traviata: quando la ricerca dell’amore incontra la morte"

  • M.I.
  • 19 minuti fa
  • Tempo di lettura: 4 min

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L’evento operistico di quest’estate a Taormina è senz’altro la nuova messa in scena dell’opera La Traviata di Giuseppe Verdi, che andrà in scena, con un cast internazionale, la prossima domenica 17 Agosto nel meraviglioso Teatro Antico, in data unica, nell’ambito del Taormina Opera Festival realizzato in collaborazione con il Comune di Taormina.

 

Si tratta di un vero e proprio evento operistico, che porta la firma di Enrico Castiglione, regista di prestigio internazionale, tornato ad essere protagonista della programmazione al Teatro Antico dallo scorso anno, grazie innanzitutto alla sua messa in scena della Manon Lescaut di Puccini, trasmessa in Italia da Rai 5.


La sua multiforme attività di regista, scenografo e direttore artistico ci ha abituato da tempo a vederla protagonista su più fronti, mentre termina una prova della “Traviata” ha appena aperto la partitura della “Carmen"

 

E’ così. Subito dopo La Traviata a Taormina parto per New York dove il 4 Settembre debutterò alla New York City Opera proprio con Carmen - annuncia Enrico Castiglione - l’edizione con la quale festeggeremo negli Stati Uniti i 150 anni dal debutto del capolavoro di Georges Bizet. E’ un’opera che adoro, che ho messo in scena tante volte in tutto il mondo, dal Brasile alla Cina, con numerose edizioni anche e soprattutto in Europa, ma ogni volta, è come se fosse la prima volta”.

 

“La Traviata” è per lei una novità a Taormina: come mai in tanti anni di presenza al Teatro Antico non ha mai messo in scena proprio l’opera lirica più rappresentata al mondo?

 

Effettivamente, durante i miei undici anni a Taormina come direttore artistico di Taormina Arte e come regista degli allestimenti operistici dal 2007 al 2017, non si sono mai create le possibilità di poter mettere in scena questo capolavoro operistico verdiano. - continua Castiglione - La Traviata sembra un’opera facile, ma non lo è assolutamente. Ha bisogno di voci eccezionali e di particolare credibilità e forza scenica. L’opera al Teatro Antico di Taormina necessita di giornate di prove, le luci vanno preparate nelle notti precedenti il debutto dello spettacolo, a meno che non si voglia offrire una rappresentazione approssimativa messa in scena dalla mattina alla sera. Dallo scorso anno, grazie al Comune di Taormina, è stato invece possibile avere il Teatro Antico a disposizione per più giornate e quindi è stato possibile svolgere le prove sul palcoscenico come ai tempi della mia direzione artistica di Taormina Arte, per cui quest’anno ho scelto La Traviata, che pur avendola diretta tante volte in giro per il mondo non avevo mai messo in scena proprio a Taormina”.


 

Perché proprio “La Traviata” di Verdi quest’anno a Taormina? E quale è la sua idea di Violetta Valéry?

 

Di solito non mi piace ripetermi e a Taormina ho sempre messo in scena titoli operistici nuovi, partendo dalla Medea di Luigi Cherubini, con cui ho debuttato come regista al Teatro Antico nel 2007, fino alla Boheme del 2017, trasmessa in diretta in oltre 700 sale cinematografiche in tutto il mondo.

La Traviata, che rappresenta l’apice del teatro musicale di tutti i tempi, è l’eterna contrapposizione tra la passione e l’amore, riassunta nella figura di Violetta, una cortigiana di lusso o, a voler essere contemporanei, una escort dell’alta società, la quale resta prigioniera del suo modello di vita anche nel momento in cui cerca, quasi senza rendersene conto, l’amore, quello autentico e sincero, ma lo perde, perché resta prigioniera della sua vita da prostituta d’alto bordo e poi lo ritrova solo in punto di morte. E’ una storia tratta dal romanzo di Alexandre Dumas, La Dame aux camélias, da cui emerge la crudeltà del destino, giocando sul dualismo contrapposto della seduzione effimera e dell’amore autentico, della vita giocosa e della morte inesorabile”.

 

 

Su quali basi ha scelto il cast?

 

Innanzitutto la vocalità, che si coniuga indissolubilmente anche con la capacità e la duttilità di saper stare sulla scena, facendo recitare sempre nelle mie regie ogni cantante come fosse anche un attore. Non bisogna mai dimenticare che l’opera lirica offre la possibilità di essere cantante ma anche attore, senza perdere quindi quel “recitar cantando” che sta alla base dell’invenzione del melodramma.

L’opera è e resta lo spettacolo dal vivo più complesso ed affascinante che abbiamo, dove il canto è tutt’uno con la recitazione, dove la musica incontra il teatro e la danza, dove la scenografia è espressione della pittura e della scultura, insomma l’unica forma d’arte che dal vivo ti regala l’emozione della sintesi di tutte le arti possibili.

Sul palcoscenico avrò cantanti eccezionali, a partire da Besa Lluigiqi nel ruolo di Violetta, Pablo Karaman in quello di Alfredo, Elia Fabbian nel ruolo di Giorgio Germont, Lara Rotili nella parte di Flora, Francesco Palmieri nel Dottor Grenvil, coadiuvati da una schiera di valenti artisti come Luciano Buono, Elena Sciancalepore e i siciliani Natale Calafiore, Fulvio Bumbalo, Sergio La Spina, Fabio La Monica, Domenico Oliva. Stefano Vignati, direttore di fama internazionale, dirigerà la nostra Orchestra del Taormina Opera Festival, formata dai migliori musicisti Siciliani, e Pietro Valguarnera, maestro del coro di grande esperienza, sarà a capo del Coro Lirico Italiano Vincenzo Bellini, coordinato da Natalina Privitera.  E non poteva mancare la danza, con la Compagnia Koreos diretta da Dario Biuso che porterà in scena zingare danzatrici e matadores”.

 

 

Quale sarà l’idea scenica?

 

Quest’anno ci sarà una novità nell’impostazione scenica: ma non vorrei rovinare la sorpresa, quindi posso solo dirle che l’allestimento sarà d’epoca, con costumi e attrezzeria originale come da libretto. Non occorre stravolgere l’epoca della vicenda, ma reinterpretarla, tanto più che proprio la storia di Violetta Valéry è talmente senza tempo che non è certo l’abito a renderla moderna e contemporanea”.

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