Maxi giacimento di acqua potabile a Gela: una scoperta senza precedenti
- Maria Salomone
- 1 feb 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Sono stata ricerche universitarie a condurre sulle tracce dell'enorme sacca sotterranea di acqua fossile. Lo studio scientifico è stato pubblicato sulla rivista "Communications Earth and Environment di Nature Portfolio".
Un giacimento enorme, quello ritrovato nel sottosuolo di Gela. La sacca d'acqua si estende dalla città di Gela fino ai Monti Iblei. La mancanza di pioggia, la terra secca e un clima più caldo stanno causando incidendo, e non poco, sulle fonti di acqua dolce in tutta la regione del Mediterraneo. Secondo la ricerca condotta da Università di Malta, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Università di Roma Tre, il volume della sorgente freatica è stimato in 17,3 chilometri cubi e a profondità comprese tra gli 800 e i 2.100 metri.
«Questo tipo di risorsa di acque sotterranee profonde in tutto il mondo – dichiara Lorenzo Lipparini, ricercatore capo dello studio – può rappresentare un’importante fonte non convenzionale di acqua potabile in grado di soddisfare le crescenti esigenze, legate anche alla crescita della popolazione globale».
Aaron Micallef, docente dell’Università di Malta, ha utilizzato tecniche di analisi dei pozzi petroliferi profondi combinate con la modellazione 3D avanzata per documentare l’esistenza del vasto corpo idrico sotterraneo. Lo studio rivela la presenza di risorse idriche sotterranee senza precedenti nella Formazione Gela, una piattaforma carbonatica del Triassico nel sottosuolo della Sicilia meridionale.
I ricercatori affermano che il corpo d’acqua dolce si è formato probabilmente circa sei milioni di anni fa, quando il livello del mare nel bacino del Mediterraneo orientale è sceso a 2.400 metri sotto l’attuale livello del mare.
«Questo abbassamento del livello del mare – dice Lipparini – avvenuto circa 6 milioni di anni fa, ha raggiunto i 2.400 metri sotto l’attuale livello del mare, creando condizioni favorevoli all’infiltrazione delle acque meteoriche e all’accumulo e alla conservazione di questa preziosa risorsa idrica nel sottosuolo».
Secondo lo studioso queste acque dolci e salmastre potrebbero avere usi diversificati, dai sistemi potabili all’industria, all’agricoltura.
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