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Messina, 7 volte lo Stretto, l'impresa del “Delfino italiano” Walter D'Angelo

Aggiornamento: 16 ago

Un mare (lo Stretto di Messina), 2 sponde (siciliana e calabrese), 7 traversate consecutive, 30 chilometri di percorrenza, un solo giorno per l’azione, 1 atleta e nuotatore estremo, 2 forti correnti (montante e scendente). Questi i numeri dell'impresa sportiva unica al mondo.


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Reduce dai Campionati Mondiali di Nuoto in acque gelide (2 gradi la temperatura), il “Delfino italiano” Walter D'Angelo, classe ‘62, sfiderà ancora una volta le correnti dello Stretto di Messina. Il campione internazionale punta, a battere il record da lui stesso totalizzato. Era l'agosto 2013, quando l'atleta delle sfide estreme percorreva per ben sei volte la tratta Torre Faro - Capo Peloro. Furono 25 i chilometri percorsi e 7 ore e 35 minuti il tempo di percorrenza.


Quest'anno, il recordman - che vanta 10 ori ai Mondiali e 2 agli Europei in acque gelide e ha all'attivo 3 record mondiali sempre in acque gelide - fa ritorno a Messina e connota di maggiore straordinarietà la propria impresa sportiva, che ha in sé dell'incredibile. Saranno 7, e non più sei, le traversate dalla sponda siciliana a quella calabrese e viceversa. Accompagnato dal barcaiolo esperto Giovanni Fiannacca, sfiderà impavido le insidie dello Stretto di Messina, non ultime le meduse che popolano quel tratto di mare.


Instancabile, concentrato, senza sosta, D'Angelo punterà dritto all'obiettivo: battere sé stesso in un primato che mai nessuno ha ancora tentato, né prima né dopo di lui. Correnti marine e venti variabili, sia montanti (verso Nord) che scendenti (verso Sud) in alternanza, saranno ciò con cui il nuotatore italiano di gran fondo dovrà fare i conti mai dimenticando che entrambi possono raggiungere velocità elevate. La più insidiosa tra le correnti sarà quella scendente, perché più superficiale e veloce.


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Messina attende per settembre l'arrivo dell’atleta delle sfide off limits. Lui è carico di entusiasmo e  desideroso di mettersi alla prova. «È un record mondiale – ha dichiarato - che comporta allenamenti estenuanti. Richiede di fare molte braccia e tante vasche con palette e pull buoy con una cadenza di 3 volte a settimana. Mi sento forte come nel 2013 – fa sapere l’agonista -, anche se non sto nuotando contro corrente ma in piscina, e nonostante i dodici anni in più. Gioca molto il ruolo mentale, che è molto diverso quello dei velocisti. L'impresa non è da tutti – spiega D'Angelo -, dura ore e condurla diventa alienante: occorre una grande forza mentale, tale da fare sopportare movimenti monotoni e io, in questo, sono forte».



 
 
 

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