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Messina: il voto democratico “in attesa di giudizio”



Forse oggi si conosceranno i risultati ufficiali delle ultime elezioni comunali di Messina.

Sono trascorsi ben diciassette giorni e con una nota il Gruppo di Iniziativa e di Resistenza Civica " Rispetto Messina", vuole esprimere il proprio disappunto considerando ciò che è accaduto, come la dimostrazione di una assoluta disfunzione della macchina organizzativa amministrativa comunale, nelle sue varie articolazioni. 


Secondo il gruppo ci sarebbero precise ed individuali responsabilità che si ricondurrebbero, nel rispetto alle modalità di scelta dei presidenti di seggio e degli scrutatori, e alla decisione immotivata di cambiare la sezione elettorale per migliaia e migliaia di cittadini elettori, senza assicurarsi che venissero debitamente informati prima delle votazioni, rendendo così impossibile in molti casi il loro libero esercizio e diritto al voto stesso.


“ Ma quello che è più preoccupante, e su cui non si può stendere un velo di silenzio, - scrivono- è che il protrarsi dei giorni necessari per la verifica dei voti espressi dai cittadini significa che non si stanno verificando solo i verbali dei seggi e le altre documentazioni annesse, per riscontrare eventuali inesattezze o discrasie, ma si starebbero rivedendo e riconteggiando tutte le schede elettorali.

In tale caso non ci si troverebbe solo di fronte ad errori tecnici dovuti a impreparazione, inesperienza o stanchezza degli appartenenti ai vari seggi, ma, come nel caso di schede assegnate con più voti di lista o "altro", a possibili tentativi di alterazione del voto stesso nei suoi aspetti.

E se così fosse, il perdurare delle operazioni di verifica si è reso necessario per cercare di fare fronte a tali "anomalie" impreviste ed imprevedibili, e cercare di evitare ulteriori implicazioni.” 


Sta di fatto che in effetti, fino a questo momento, non si conoscono ancora i risultati veri e la composizione del Consiglio Comunale e dei Consigli circoscrizionali, con la relativa mancata decisione sull'assegnazione o meno del cosiddetto premio di maggioranza che è legato, secondo la legge più recente del 2016 all'ottenimento del quaranta per cento dei voti ottenuti dalla coalizione vincente.


Secondo la legge n17 approvata dall'Ars l'11 Agosto del 2016, nei Comuni siciliani con più di 15000 abitanti, - scrive il gruppo - per evitare il secondo turno di ballottaggio non è piu necessario il 50% piu uno dei voti di coloro che si sono recati alle urne, ma (incredibilmente) solo il 40%; una legge - continuano - che come si evince è quindi in totale contrasto con quella applicata a livello nazionale, dove rimane la regola della metà più uno degli elettori”.


Nell’evidenziare che ci si trova di fronte ad una legge che andrebbe modificata nella sua struttura, perché, sottolineano che anche con l'assurdo sbarramento del cinque per cento viene impedita la presenza istituzionale di tante sensibilità politiche e civiche minoritarie, facendo così, si alimenterebbero forti dubbi sulla "funzionalità" del diritto-dovere del voto democratico, facendo subentrare il sospetto in tanti che il personale voto possa venire considerato "carta straccia", con la conseguenza di un ulteriore aumento della "disaffezione"che già ha raggiunto livelli molto alti e preoccupanti.


Nella nostra realtà, invece, - continuano - pur avendo riportato il neo sindaco il 45% circa dei voti, e pur non avendo ricevuto i consensi del 55% degli elettori votanti, cioè in termini piu leggibili, pur avendo ottenuto 45.000 voti sui 106.438 votanti, e, quindi pur non essendo stato votato da circa 61.000 elettori, ovvero da una larga maggioranza dei cittadini messinesi che hanno votato, è stato eletto al primo turno”.


Ma quello che è ancora più paradossale è la vicenda relativa alla assegnazione del premio di maggioranza per i seggi in consiglio comunale, che secondo la legge vigente, che è preminente rispetto a circolari o pareri, - scrivono ancora - dovrebbe essere assegnato solo se le liste collegate al sindaco eletto raggiungano almeno il quaranta per cento dei voti.

Premio che, oltre ogni logica, assegna il sessanta per cento dei seggi in consiglio alle liste della coalizione che hanno superato la soglia di sbarramento del cinque per cento. Strafregandosene del fatto che il sessanta percento dei messinesi hanno scelto altre opzioni politiche, decidendo di non votare le liste collegate al candidato sindaco eletto.

Ma addirittura con delle interpretazioni cavillose si sta cercando di far prevalere la tesi bislacca che anche nel caso in cui tali liste nel loro insieme non dovessero raggiungere il quaranta per cento pieno, andrebbe lo stesso riconosciuto il premio di maggioranza, contravvenendo, ancora di più, ad ogni criterio di "democrazia diretta" e calpestando la volontà popolare”.


Infine, sul fatto che in assenza dell'insediamento del Consiglio Comunale, - scrive il gruppo - vengono comunque annunciati provvedimenti quali la costituzione di una nuova Fondazione, cioè di una nuova istituzione partecipata, per altro già bocciata dal Consiglio Comunale precedente, e la istituzione di una settima Circoscrizione ( forse per dare un contentino ai promotori della secessione respinta dai cittadini messinesi), che sono decisioni del Consiglio Comunale stesso. 

Secondo il gruppo, una tale istituzione che forse alcuni considerano solo un orpello fastidioso, potrebbe trasformarsi in un "organismo notarile" che risponda acriticamente a certi diktat. Sta di fatto che tutto ciò, concludono “ contribuirà ad allontanare ancora di più i cittadini dall'esercizio democratico del voto, restringendo il campo di una democrazia che è fondata sulla partecipazione popolare”.


In foto Michele Bisignano referente Gruppo di Iniziativa e di Resistenza Civica " Rispetto Messina"






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