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Omicidio Giovanni Perdichizzi: stamane blitz antimafia e 2 arresti dopo 12 anni

L'uomo, affiliato al clan dei barcellonesi, a detta di alcuni collaboratori di Giustizia "tratteneva per sé parte dei proventi delle estorsione".


L'operazione antimafia, condotta durante le prime ore della mattinata odierna, ha portato a due arresti eseguiti a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, e nella provincia di Siena.


L'intervento ha visto impegnati i Carabinieri del Ros, con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale dei Carabinieri di Messina, nell'esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal presso il Tribunale di Messina.


Il provvedimento rientra nella costante e ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che la Procura della Repubblica di Messina - Direzione Distrettuale Antimafia - sta portando avanti da anni nella zona tirrenica della provincia di Messina.


Le indagini hanno consentito di fare luce su un agguato avvenuto la sera dell'1 gennaio 2013, in cui perse la vita Giovanni Perdichizzi, che all'epoca dei fatti era affiliato al clan c.d. dei barcellonesi in qualità di referente del gruppo che operava nel quartiere San Giovanni di Barcellona P.G.


Perdichizzi era incaricato di tenere la cassa dell'associazione, e si occupava inoltre di effettuare la raccolta dei proventi derivanti dalle estorsioni effettuate nel territorio di competenza del gruppo mafioso.


In particolare, grazie alle dichiarazioni opportunamente riscontrate di alcuni collaboratori di giustizia, è emerso come l'omicidio fosse stato deciso perché Giovanni Perdichizzi "trastevere per sé parti dei proventi" delle estorsione dell'associazione mafiosa cui apparteneva.


Sulla scorta delle prove raccolte nel corso delle indagini, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Gip - su richiesta della Procura della Repubblica di Messina Direzione Distrettuale Antimafia - ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dei due indagati.


Contestati i delitti di "concorso in omicidio premeditato" e di "concorso nel porto illegale in luogo pubblico di un'arma comune da sparo", entrambi commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. e al fine di agevolare le attività dell'associazione di stampo mafioso c.d. dei "Barcellonesi", operante a Barcellona P.G. e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.


"Quanto sopra, ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell'indagato, che, in considerazione dell'attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile, che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell'assenza di ogni forma di responsabilità in capo al medesimo indagato".

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