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Premio Strega: Trevi guida cinquina con tre donne


Una cinquina in cui prevalgono le donne che vede, però, al primo posto il libro pubblicato da un editore indipendente, Emanuele Trevi con il suo “Due vite” (Neri Pozza) e 256 voti.

Per la prima volta dal Teatro Romano di Benevento, in una serata condotta da Gigi Marzullo (in diretta streaming su Raiplay), dopo le chiusure dovute alla pandemia si sono incontrati rappresentanti delle case editrici, editori e scrittori.

Trevi dice scherzando: "quando hanno letto la cinquina pensavo di essere quinto perché hanno letto i voti al contrario, partendo dall'ultimo posto". "Dedico questa cinquina alla memoria di Luigi Spagnol che è stato al mio fianco fino all'ultimo voto nel 2012. Sarebbe contento, oggi ho pensato a lui", ha detto Trevi che dieci anni fa arrivò vicino alla vittoria del Premio Strega con “Qualcosa di scritto”. "Anche l'altra volta ero primo e ho perso. Però sono felice. E' un bellissimo lavoro che ha fatto Neri Pozza, una piccola casa editrice che ha fatto un lavoro pazzesco, una squadra molto bella ed è accaduto tutte e due le volte", ha spiegato l'autore.

“Due vite” è un romanzo, un'autobiografia che racconta l'amicizia tra Trevi e due scrittori scomparsi prematuramente, Rocco Carbone e Pia Pera. "L'unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell'unicità", afferma nel libro.

Al secondo posto Edith Bruck con “Il pane perduto” (La nave di Teseo), 221 voti. Alla Bruck il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e lo scorso febbraio ha ricevuto, a casa sua, la visita del Santo Padre. Ieri sera le è stato assegnato, in collegamento da remoto con il presidente della Camera Roberto Fico, il Premio Strega Giovani 2021. La scrittrice e poetessa lo ha dedicato ai "tanti ragazzi che da molti anni incontro nelle scuole, che mi ripagano con il loro leggere e andrò avanti finché avrò respiro. Questa è la mia missione e anche un dovere morale. I giovani sono migliori di quello che pensiamo".

Sopravvissuta ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen, ne “Il pane perduto” ripercorre la sua vita, dalla deportazione nei campi di concentramento, quando era ancora bambina, al presente, perché adesso "è ancora più importante ricordare".

Al terzo posto Donatella Di Pietrantonio con “Borgo sud” (Einaudi), 220 voti, in cui si racconta la sorellanza e le conseguenze del disamore riprendendo il filo della storia dell'Arminuta e di Adriana che sono diventate adulte e adesso affrontano prove molto dolorose, ma sanno di poter contare sull'amore incondizionato che le lega.

Al quarto posto Giulia Caminito con “L'acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani), 215 voti, in cui la giovane scrittrice guarda dentro e fuori di sé per raccontarci in prima persona cosa ha significato il passaggio a questo nuovo secolo per chi oggi ha trent'anni, come lei, nella provincia di Roma, sul lago di Bracciano, dove è nata.

E al quinto posto Andrea Bajani con “Il libro delle case” (Feltrinelli), 203 voti, in cui racconta la storia di una persona, un indefinito Io, costruita attraverso le case che ha vissuto.

La finale si svolgerà l'8 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, nel rispetto delle regole anti-Covid.

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