Webuild cerca personale da destinare al ponte sullo Stretto. Ma c’è ancora un freno della Corte dei Conti
- Marcella Ruggeri
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Le risorse umane sono al primo posto per un’impresa di vasta portata come quella del Ponte sullo Stretto. Il gigante delle costruzioni Webuild fa sapere dal suo canale web ufficiale che varie posizioni per altre candidature sono state rese disponibili, nonostante si resti “in bilico per l’esame conclusivo”
Webuild, afferente al Consorzio Eurolink che è aggiudicataria dell’appalto per il ponte sullo Stretto, ha annunciato l’apertura della selezione di figure professionali per intervenire sulla infrastruttura da oltre 13 miliardi di euro. Con tanto di moduli, si cercano manager e componenti dello staff come responsabili di qualità e dell’organico ma anche naturalmente operai e minatori. La Corte dei Conti ha frenato un mese fa il Governo Centrale sulla costruzione dell’opera dovendo ricevere chiarimenti per completare il dossier che autorizzi il via all’edificazione. L’ufficio che deve analizzare i documenti ha voluto trasmettere le pratiche all’organo collegiale, sulla scorta della presenza di incertezze sullo svolgimento delle procedure che devono seguire delle linee guida e delle norme europee.
E’ proprio il caso di dire che il suo spot promozionale vuole colpire la sensibilità e la fantasia della popolazione per far crescere l’attenzione sul cantiere più atteso della nazione Italia. Così la Webuild si pone nell’approccio di essere dalla parte del cittadino mirando alla formazione professionale e ai reclutamenti per innalzare un team di competenze e giovani specialisti che vorranno contribuire ad “un’opera che cambierà il volto del Mezzogiorno e del Paese intero”.
I rilievi della Corte dei Conti si basano sulla Sezione Controllo di legittimità che ha decretato di sollecitare una disamina collegiale prima di certificare la delibera del Cipess, con cui si è concesso il via libera lo scorso agosto alla partenza dei cantieri del ponte. Tra le rimostranze da soddisfare l’iter ambientale, i finanziamenti a cui dare l’ok per l’incremento del prezzo del collegamento tra Sicilia e Calabria dal 2006, i documenti d’istruttoria che devono trovare un irrobustimento. Sarebbe prevista una nuova gara se si valica il 50% dei costi con una revisione ai contratti già stipulati 19 anni fa, in funzione delle leggi che l’Europa impone.








Commenti