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IL “DIALETTO” SICILIANO


Foto: Valerio Pinzone

Innanzitutto bisogna fare una precisazione, qualcuno asserisce che il dialetto è un parlare “italiano corrotto”, ma in realtà questa è una inesattezza, in quanto discende dall’evoluzione locale della lingua latina, quindi è più corretto classificarlo come “variante dell’italiano.

A proposito del nostro dialetto ho una curiosità da svelarvi.

Nel 1983 il Giornale di Sicilia riporta tra le altre, una notizia riguardante la nascita del dialetto siciliano.

Il Prof. Girolamo Caracausi, docente di Glottologia all’Università di Palermo e Direttore dell’Istituto di Filologia e Linguistica, afferma, dopo studi da lui condotti, che il primo dialetto siciliano ha la sua nascita nella mia cittadina, cioè Patti.

Le sue conclusioni sono tratte da varie testimonianze di documenti latini e greci, alcuni riconducibili al 1133, anno in cui i pattesi ricorsero al Re Ruggero II, figlio della regina Adelasia, per chiarire i poteri temporali dell’Abate Giovanni, il quale voleva assoggettare i cittadini alla sua podestà feudale

Il documento, stilato dal cancelliere, un tal Guerino, era scritto in latino e per la prima volta in duplice copia, da cui si evincevano i diritti e i doveri sia dei cittadini quanto del vescovo. Quest’ultimo ordinò che tal documento venisse tradotto nell’idioma parlato dai pattesi, per poter meglio comprendere, e lo fece esporre sul portico della Chiesa di Sant’Ippolito.

Possiamo quindi considerare che per la prima volta il “volgare” venne usato in maniera pubblica e ufficiale.

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